Cultura

Cosa sarà del Castello Svevo ?

Castello Svevo Cosenza

Leggo del completamento dei lavori di restauro del Castello Svevo e penso, finalmente un bene importante, un pezzo della nostra identità, restituito alla città. Leggo però anche la conferma di alcune voci che circolano da tempo sulla decisione dell’amministrazione comunale di affidare la gestione del Castello a privati che intendono farne un luogo di intrattenimento, una discoteca o qualcosa di simile. Personalmente non sono contrario in linea di principio all’affidamento di beni culturali a privati purché essi ne valorizzino e tutelino l’integrità ed un uso che deve comunque restare pienamente pubblico. Il Comune dovrebbe quindi fare chiarezza: a) esiste o non esiste l’intenzione o la scelta già assunta di affidare a privati la gestione del Castello Svevo ? b) se esiste, quali sono gli usi che il Comune intende concedere ai privati, a quali condizioni, con quale ritorno anche economico per le casse municipali e con quali garanzie che il Castello non subisca danni e non diventi uno spazio chiuso alla fruizione del pubblica da parte dei cittadini ?
Se si parla di cultura in città credo che di questi problemi dovremmo essere tutti informati.

PS: qualche anno fa si facevano manifestazioni e assalti a sedi di partito in difesa degli “spazi pubblici” in città. Sotto accusa l’affidamento ad un privato dell’ex capannone delle FS dove è stato realizzato il Caffè letterario. Un locale civile sede di iniziative culturali pubbliche e private che ha preso il posto di uno spazio vuoto e sporco altrimenti destinato al degrado. Oggi, su questa cosa del Castello, non parla nessuno…mistero.

Si ritiri la brochure con la faccia di Himmler

Himmler sulla brochure del Comune di Cosenza

Himmler sulla brochure del Comune di Cosenza

Premesso che non ho nessuna avversione ideologica sul fatto che Cosenza valorizzi Alarico. Magari ricordando che fu un re barbaro e piuttosto feroce, autore del primo saccheggio di Roma. Alarico fa parte della nostra storia, e va ricordato. Ma andrebbe ricordato anche che nella nostra storia ci sono tante altre cose, tanti altri personaggi anche più interessanti e soprattutto originali. Tuttavia, se si vuole proprio insistere con Alarico come si fa a mettere nella brochure destinata alla Bit di Milano la faccia di Heinrich Himmler ? Dico, chi ha scritto il testo e scelto le immagini non sa chi era il personaggio raffigurato ? O forse aveva il cervello in vacanza ? Vogliamo fare di Cosenza un luogo di ritrovo neonazista in Europa ? Se proprio si voleva essere così provinciali si poteva anche celebrare  August Von Platen, autore della celebre poesia sulla morte di Alarico Das Grab im Busento, la Tomba nel Busento, tradotta da Carducci e che studiavamo alle elementari. Almeno avremmo potuto celebrare Cosenza come luogo di ispirazione per un poeta notoriamente omossessuale, in nome della lotta contro l’omofobia. Si poteva, ma per fare questo bisognava studiare. Si ritiri quella brochure e si ripari al danno facendo attenzione la prossima volta ad affidare il marketing territoriale a qualcuno che almeno legga qualcosa su quello che vuole promuovere.

Link dell’articolo de Il Quotidiano: http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/734198/Comune-di-Cosenza–il-gerarca.html#.VOITzF6Cz39.facebook

RASSEGNA STAMPA

Il Quotidiano del 17 febbraio 2015

La Calabria buona che dà speranza

Ospedale

Oggi mi sono sottoposto ad un piccolo intervento chirurgico a Germaneto di Catanzaro. Devo dire di essere stato trattato benissimo, con grande professionalità da personale davvero bravo e all’altezza del suo compito. L’anno scorso, la notte di capodanno, mio figlio Umberto aveva ricevuto analogo trattamento nel pronto soccorso di Cosenza. Scrivo questo non per tacere i grandi e gravi problemi che soffre la sanità calabrese ma per mettere in evidenza come siano tanti i medici ed i paramedici che, nonostante tutte le difficoltà, continuano a fare il loro dovere con serietà, abnegazione e professionalità. Lo stesso si può dire per altri settori…c’è dunque una buona Calabria, che è molto più grande di quanto pensiamo, che fa ben sperare nel futuro…un buon esempio per tutti.

Il Travaglio de “Il Fatto Quotidiano”

Il Grande Inquisitore

Tomas de Torquemada, il Grande Inquisitore

C’è qualcosa di vagamente patologico nell’ossessione inquisitoria di Travaglio e de “Il Fatto Quotidiano”. Lo dico con sincera preoccupazione. In quel “Mattarella è una brava persona, però…” c’è qualcosa che è degno dello studio attento del miglior Sigmund Freud. Il cercare antichi vizi, personali e di parenti e affini fino al sesto grado, è certamente un modo per riaffermare disperatamente il ruolo di Torquemada incorruttibili che si sono ritagliati nel circo mediatico, ma anche il segno di una involuzione malata che rasenta l’autismo giornalistico. Ammettere semplicemente di non averne imbroccata una in tutta questa vicenda del Quirinale, che Renzi è il PD sono stati bravi e che la trovata di Magalli presidente è stata solo una emerita cretinata che non è riuscita neanche a far ridere qualcuno sarebbe, da parte di questi ineffabili paladini dell’onestà, un atto onesto. Ma non c’è cosa più difficile per un qualunquista ammettere di non avere capito, anche questa volta, “una beata m…”.

Un gioco semplice…e se la vittima della gogna mediatica fosse uno qualsiasi di noi ?

Gogna mediatica

Facciamo un gioco semplice semplice…immaginate di fare un lavoro che vi porta ad avere un intenso e quotidiano rapporto con la gente. Un giorno siete accusati di aver commesso un reato, un brutto reato, di quelli che suscitano forte riprovazione sociale (mettete in moto la fantasia o aiutatevi col Codice Penale). Per voi, che sapete di essere innocenti, si aprono le pene dell’inferno. Sentite forte la pena che la gente dubiti di voi e della vostra onestà. Sottoposti ad indagine il giudice vi dichiara “estraneo ai fatti contestati”. Ne siete felici e riprendete la vita di sempre. Passano degli anni, 3, 4, 5, 10. Poi un giorno sul lavoro vi propongono per una meritata promozione. Ma colleghi che aspirano alla stessa promozione tirano fuori pubblicamente la vecchia storia dell’indagine e cominciano a parlare di ragioni di opportunità. Da 0 a 10, quanto considerereste ingiusta l’azione dei vostri colleghi ?

La scuola a Cuba

A L’Avana con Giovanni Cerulo e Paolo Apa per conto dell’IRASE. Prima distribuzione di materiale didattico ad una scuola primaria e poi visita al Museo della ciudad. Tutto mentre i bambini in gita nel centro della città ballano con artisti di strada. La scuola a Cuba è cosa seria, obbligatoria dai 5 anni fino a 18. Sostanzialmente garantita a tutti la scuola materna dai tre anni in su. Lo stesso vale per l’università. Una volta laureati si restituiscono allo Stato le spese di formazione con il proprio stipendio. L’istruzione è un settore all’avanguardia, nonostante le tante difficoltà, nell’isola caraibica, come la sanità.

 

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