Archivi del mese: gennaio 2015

Un gioco semplice…e se la vittima della gogna mediatica fosse uno qualsiasi di noi ?

Gogna mediatica

Facciamo un gioco semplice semplice…immaginate di fare un lavoro che vi porta ad avere un intenso e quotidiano rapporto con la gente. Un giorno siete accusati di aver commesso un reato, un brutto reato, di quelli che suscitano forte riprovazione sociale (mettete in moto la fantasia o aiutatevi col Codice Penale). Per voi, che sapete di essere innocenti, si aprono le pene dell’inferno. Sentite forte la pena che la gente dubiti di voi e della vostra onestà. Sottoposti ad indagine il giudice vi dichiara “estraneo ai fatti contestati”. Ne siete felici e riprendete la vita di sempre. Passano degli anni, 3, 4, 5, 10. Poi un giorno sul lavoro vi propongono per una meritata promozione. Ma colleghi che aspirano alla stessa promozione tirano fuori pubblicamente la vecchia storia dell’indagine e cominciano a parlare di ragioni di opportunità. Da 0 a 10, quanto considerereste ingiusta l’azione dei vostri colleghi ?

De Gaetano, Del Rio e Lanzetta

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Apprendiamo oggi dalla sagace penna di Adriano Mollo che l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta non solo aveva accettato di entrare a far parte della Giunta Oliverio insieme a De Gaetano ma aveva anche rilasciato una intervista piena di buoni propositi in cui delineava il suo programma come futuro assessore. L’uscita notturna di Del Rio le ha fatto cambiare idea, evidentemente, per cui De Gaetano da compagno di Giunta si trasformava repentinamente in appestato intoccabile. Ma la dichiarazione di Del Rio è, a mio parere, ancora più grave, ammesso che l’abbia fatta, visto che l’agenzia non riporta dichiarazioni virgolettate. De Gaetano non è indagato, i fatti che gli rimproverano risalgono al 2010, PM e GIP hanno entrambi risposto picche ad una richiesta d’arresto della Mobile di Reggio, dicendo che non ce n’erano i presupposti. Così funziona negli Stati di diritto, l’azione giudiziaria è di competenza esclusiva della magistratura e si può essere sottoposti ad indagine solo quando si è in presenza di una chiara notizia di reato. Quindi, parafrasando il mio amico Pasquale Motta di cosa sarebbe colpevole il nostro De Gaetano ? E nominandolo assessore quale principio di opportunità avrebbe mai violato il Presidente Oliverio ? Il sospetto che la questione sia stata sollevata per finalità di lotta politica è quindi forte. Chi poi conosce personalmente Nino De Gaetano sa di che pasta è fatto e non ha motivo di dubitarne. Che la questione sia stata ripresa da Del Rio è quindi grave, soprattutto perché Del Rio delle bolle mediatiche di certo giustizialismo è vittima recente.

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Sono di questi giorni le chiacchiere sollevate ad arte sulla partecipazione nel 2009 ad una festa religiosa a Cutro di Graziano Del Rio, all’epoca sindaco di Reggio Emilia. Una visita istituzionale in omaggio ai molti calabresi che da anni lavorano e vivono a Reggio Emilia, ha dichiarato il nostro. In quel periodo però a Reggio Emilia si votava e Del Rio era candidato. Da qui l’accusa, solo mediatica, di essere andato a chiedere i voti alla ‘ndrangheta.

A parte che è davvero singolare considerare il solo fatto di recarsi in Calabria durante una campagna elettorale una circostanza degna del Codice Penale, come se tutti i calabresi fossero geneticamente mafiosi, ma quale reato avrebbe commesso Del Rio anche se fosse andato a chiedere voti ai parenti dei suoi concittadini a Cutro ? Nessuno.

A dire il vero nessuno si è sognato, giustamente, nonostante il clamore mediatico, di chiedere a Del Rio le dimissioni dal Governo, dove ricopre un ruolo di primo piano, per ragioni di opportunità. Del Rio non è indagato, esattamente come De Gaetano. Ma sappiamo tutti che le ragioni di opportunità sono come le coperte troppo corte, ognuno le tira dalla parte sua. Alcuni dicono che tutta questa bolla sia stata gonfiata nel quadro dello scontro interno al PD di Reggio Calabria e il povero Del Rio sarebbe stato spinto da alcuni in riva allo Stretto per fare quella dichiarazione per amor di corrente. Si spiegherebbe così anche la repentina rinuncia della Lanzetta con relative spiegazioni a posteriori. La sostanziale smentita di Matteo Renzi confermerebbe questa lettura. Non ho notizie in merito, ma non mi sorprenderebbe. Ma a costoro che pensano di utilizzare certi metodi a fini di lotta politica voglio solo sommessamente ricordare che, in genere, chi di giustizialismo ferisce, di giustizialismo perisce. E alla fine la coperta troppo corta finisce per stracciarsi.

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La scuola a Cuba

A L’Avana con Giovanni Cerulo e Paolo Apa per conto dell’IRASE. Prima distribuzione di materiale didattico ad una scuola primaria e poi visita al Museo della ciudad. Tutto mentre i bambini in gita nel centro della città ballano con artisti di strada. La scuola a Cuba è cosa seria, obbligatoria dai 5 anni fino a 18. Sostanzialmente garantita a tutti la scuola materna dai tre anni in su. Lo stesso vale per l’università. Una volta laureati si restituiscono allo Stato le spese di formazione con il proprio stipendio. L’istruzione è un settore all’avanguardia, nonostante le tante difficoltà, nell’isola caraibica, come la sanità.

 

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