Cultura

L’insostenibile mancanza di decenza non è colpa del Web.

Il borghese piccolo piccolo

Alcuni anni fa il grande Alberto Sordi impersonava con i suoi film i vizi e i difetti dell’italiano medio, del borghese piccolo piccolo all’occorrenza massone e assassino giustiziere, dell’ipocrita difensore del matrimonio contro il divorzio e impenitente concubino e puttaniere, del medico della mutua disonesto, del trafficante d’armi cinico e ossessionato dalla sua famiglia vorace consumatrice di beni…Nei film di Sordi emergeva amara la rappresentazione di una Italia ubriacata dal boom economico, percorsa da egoismi sociali ma che, tutto sommato, poteva invocare la circostanza attenuante di un Paese che, mettendo ala berlina i propri difetti e ridendone, riusciva a conservare un minimo di coscienza di sé. Insomma, dei personaggi di Sordi si rideva e ci si vergognava un po’ e a nessuno veniva in mente di assumerli come modelli.

Negli ultimi vent’anni il discorso pubblico è andato invece degradando sempre di più e ad esso, rinunciando ad ogni seria analisi sociale e di sistema, si è contrapposto un moralismo becero e ancora più ipocrita nel suo individualismo. Come sorprendersi delle emerite stronzate scritte sul Web se a rilanciarle ci si mette anche un uomo delle istituzioni, per quanto discutibile come Gasparri ? Il limite della decenza e del buon gusto è stato sfondato e nessuno ne prova vergogna. Questo è il vero problema, non il web che questo discorso pubblico semplicemente diffonde. Non percepiamo più il limite della decenza e non siamo neppure più in grado di ridere dei nostri difetti.

Un evento per ricordare Totonno Chiappetta

Totonno Chiappetta

Ad una settimana dalla scomparsa di Totonno Chiappetta vorrei lanciare una proposta a tutti coloro che gli hanno voluto bene e ne hanno apprezzato le qualità artistiche ed umane. Costruiamo un evento che possa metterne in evidenza il lascito artistico e culturale nella sua città, Cosenza. Perché il nutrimento degli artisti è l’applauso, quello dei comici, la risata. Faccio appello ai suoi colleghi artisti, registi, musicisti, attori, operatori culturali o semplici amici che ne hanno incrociato la vita per mettere in campo questo evento in un teatro cittadino o nella piazza che Totonno tanto amava. Perché gli applausi della sua città e della sua terra tornino a risuonare per ringraziare il nostro Jugale…Totonno se lo merita.

Chi è il mio prossimo

Strage di Peshawar

Quando si uccidono i bambini in una scuola dopo averli costretti ad assistere al supplizio dei loro insegnanti bruciati vivi, siamo oltre le barbarie. Non c’è ideologia, religione o motivazione che possa non dico giustificare ma quantomeno far capire. È come se il mondo precipitasse nel baratro più profondo della sua storia passata. Ecco perché non possiamo restare indifferenti, noi uomini che ancora crediamo nell’uomo e nella sua possibilità di futuro. E oggi dobbiamo stare tutti a piangere quei morti in quella scuola del Peshawar. Pur non avendo un grande senso religioso credo che sia questo il modo per poter rispondere alla domanda che fu rivolta a Gesù nella parabola del buon samaritano: chi è il mio prossimo ? Ebbene, oggi lo so con certezza chi è il mio prossimo.

Ciao Totonno

Ciao Amico mio

Caro Totonno,

te ne sei andato in questo giorno di dicembre e sono pieno di tristezza.

Mai avrei creduto di stare zitto parlando di te.

So solo che con te se ne va un pezzo di Cosenza, un pezzo della nostra vita, della mia vita.

Addio, amico mio…un grande abbraccio come i tanti che ci siamo dati quando ci incontravamo e ridevamo insieme.

 

L’antipolitica è sempre eversiva

Giorgio Napolitano

Lo dico subito: sono d’accordo con il Presidente Napolitano e, anzi, ritengo la sua presa di posizione anche moderata. L’antipolitica ha quasi sempre sbocchi eversivi o comunque si traduce in un degrado della qualità della vita democratica.

Un conto è contestare il politico o i singoli politici corrotti un conto è dire che, quasi lo avessero scritto nel DNA, tutti i politici sono per loro stessa natura dei corrotti. Infatti, quando si fanno generalizzazioni semplicistiche sulla “casta” alla fine, tranne pochi capri espiatori o, peggio, qualche innocente, i veri corrotti la fanno franca e addirittura hanno anche la faccia tosta di fare i moralisti e i capipopolo. La storia, alla quale non guardiamo mai per imparare, ci insegna come una società democratica senza politica semplicemente non ha senso. I grandi regimi totalitari sono nati dal rifiuto della politica preesistente e sulla base di grandi campagne di caudillos moralizzatori. Chi oggi difende e propina l’antipolitica o è un imbroglione demagogo o un povero illuso. Categorie entrambe assai pericolose, entrambe eversive. Perché bollando tutta la politica, senza distinzione, come monnezza, spesso, consapevolmente o inconsapevolmente si finiscono per buttare nel cassonetto anche le istituzioni democratiche e la libertà dei cittadini.

I servi che non servono più

Servi della gleba

Ci sono alcuni sedicenti commentatori di fatti politici che hanno la faccia rivolta all’indietro. Ma non è ignoranza la loro. È il lucido perseguimento di fini individuali e particolari che, di solito, prosperano nei conflitti. Non riescono ad accettare che la politica, quella vera e che guarda agli interessi collettivi, ad un certo momento compie delle scelte che sono di sistema. Invece di chiedersi, pur nella legittimità dei propri punti di vista, come affrontare il futuro e magari attrezzarsi per reggere la sfida, restano abbarbicati al ricordo del passato quando loro, che come oggi non rappresentavano nulla vivendo degli ossi che il padrone di turno gli gettava, credevano di avere un ruolo. Non si rendono conto che servi erano e servi sono restati. Con l’aggravante che nessuno è più disponibile a gettargli ossi nonostante continuino a scodinzolare nella speranza che qualcuno li noti. Invece di porsi il problema di come essere liberi davvero cercano disperatamente un padrone, vecchio o nuovo che sia. Perché non c’è peggior servo di quello che ancora non si rende conto di non servire più.

5Stelle e zuppe di latte

Zuppa di Latte

Lo spettacolo che stanno offrendo i 5 stelle in questi giorni, l’ossessione su espulsioni, fatture e scontrini, non mi sorprende. Mi sorprendono piuttosto i commenti dei cosiddetti “intellettuali” che fanno capire di essersi pentiti di aver dato credito alla “rivoluzione grillina”. Quello che costoro non riusciranno mai a capire che un movimento antipolitico ad un certo punto uno straccio di “politica” la deve pur proporre perché chi li vota non si accontenta dei vaffa e di qualche scontrino esibito sul web; e perché la politica è necessaria anche per organizzare una zuppa di latte con quattro biscotti.

Commenti
    Archivio