calabria

Quando popolo e rappresentanze istituzionali si muovono insieme i risultati arrivano.

Il Quarto Stato

La buona notizia che viene dal Senato per gli LSU LPU della Calabria mi ha riempito di gioia. Ci vedo qualcosa di più di una semplice vertenza sindacale. E’ la dimostrazione che unendo rappresentanze istituzionali e popolo si possono difendere i nostri territori non solo dai pregiudizi ma anche dalla semplice indifferenza. Una bella pagina, anche se è solo l’inizio. Tanto resta da fare e non solo per gli LSU LPU. Consentitemi alla fine, non per piaggeria, di ringraziare il mio partito che si è mosso a tutti i livelli (quando fa bene bisogna avere l’onestà di riconoscerlo) e la mia amica Enza Bruno Bossio che su questa cosa ci ha messo la faccia sin dal primo giorno. Ma ora andiamo avanti…

Dare sepoltura al cranio di Villella è una priorità

Cranio del brigante Villella

Pubblicato su “Il Garantista” del 20 luglio 2015

Leggo sulla stampa locale e anche sul vostro giornale un atteggiamento di sufficienza e un certo benaltrismo rispetto al documento licenziato all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale della Calabria che chiede la restituzione del cranio del brigante Villella attualmente custodito nel museo lombrosiano di Torino per dargli sepoltura nel suo paese natale, Motta Santa Lucia.

Io credo, invece, che quel documento sia non solo opportuno ma abbia anche un importante valore culturale.

Intendiamoci, nessuno vuole sminuire considerazioni che, giustamente, mettono in evidenza le grandi emergenze che si pongono davanti al nuovo governo regionale ed all’intero sistema politico calabrese.

Tuttavia avere scelto di compiere un atto politico per chiedere che sia cancellata una vera e propria vergogna culturale dalla nostra storia unitaria è da considerare di per sé non solo giusto ma addirittura prioritario. Continua a leggere

I 200 anni della fucilazione di Murat a Pizzo opportunità per turismo culturale.

Gioacchino Murat, Re di Napoli

Gioacchino Murat, Re di Napoli

 

Pubblicato su “Il Garantista” del 27 aprile 2015

Ho letto con piacere su “Il Garantista” di domenica 26 aprile l’estratto del libro di Pier Luigi Vercesi “Ne ammazza più la penna” dedicato alla cattura ed alla fucilazione di Gioacchino Murat a Pizzo Calabro.

Gioacchino Murat, Maresciallo di Francia e re di Napoli sbarcò a Pizzo nell’ottobre del 1815, quando l’epopea dell’illustre cognato Napoleone si era ormai conclusa a Waterloo. Partito dalla Corsica con un gruppo di imbarcazioni e 250 seguaci, era convinto che il suo semplice apparire avrebbe provocato una sollevazione a suo favore e la fuga del re Ferdinando IV di Borbone, rimesso sul trono dal Congresso di Vienna. Continua a leggere

Lanzetta e Bindi

LanzettaBindi

Insomma, è una settimana almeno che i giornali titolano: la Lanzetta ha chiesto di essere ascoltata dalla Commissione Antimafia (e giù retroscena e commenti). Ieri la Bindi conferma che l’audizione ci sarà e che anzi la Commissione l’aveva sollecitata quando la Lanzetta era ancora Ministro per via di una intervista nella quale la stessa affermava che le minacce subite quando era sindaco non erano della ‘ndrangheta perché non poteva esserne sicura. La Lanzetta smentisce la Bindi dicendo: non ho chiesto di incontrare la Commissione Antimafia ma la Bindi come deputato eletto in Calabria indicata nelle primarie di Reggio Calabria. E allora, spiegatemelo come se fossi un bambino di sei anni: perché la Lanzetta smentisce oggi la Bindi e non ha smentito ieri i giornali che dicevano le stesse cose che dice oggi la Bindi ? Insomma, da simbolo anti ndrangheta si trova nel Governo, poi smentisce che è la ndrangheta ad averla minacciata. Accetta di entrare in Giunta salvo poi accorgersi di De Gaetano, chiede di essere sentita dall’antimafia e poi dice che vuole parlare solo con la Bindi. A me gira la testa, e a voi ?

 

La Calabria buona che dà speranza

Ospedale

Oggi mi sono sottoposto ad un piccolo intervento chirurgico a Germaneto di Catanzaro. Devo dire di essere stato trattato benissimo, con grande professionalità da personale davvero bravo e all’altezza del suo compito. L’anno scorso, la notte di capodanno, mio figlio Umberto aveva ricevuto analogo trattamento nel pronto soccorso di Cosenza. Scrivo questo non per tacere i grandi e gravi problemi che soffre la sanità calabrese ma per mettere in evidenza come siano tanti i medici ed i paramedici che, nonostante tutte le difficoltà, continuano a fare il loro dovere con serietà, abnegazione e professionalità. Lo stesso si può dire per altri settori…c’è dunque una buona Calabria, che è molto più grande di quanto pensiamo, che fa ben sperare nel futuro…un buon esempio per tutti.

Leggere l’astensionismo

Astensionismo

Sull’astensionismo che si è manifestato domenica scorsa credo che si debba rifuggire da analisi frettolose e superficiali.

Diciamo subito che in Italia l’astensionismo fa molto più notizia.

Nel nostro Paese, infatti, la partecipazione politica è sempre stata più alta sia rispetto al resto dell’Europa che degli USA.

Ma in quei paesi la politica è vissuta in genere con maggiore distacco senza che questo si traduca in forme di rifiuto delle istituzioni democratiche.

In Italia il calo progressivo dei votanti va avanti da più anni.

Domenica scorsa hanno inciso diversi fattori di carattere generale: il voto fuori da un turno nazionale e quindi scarsa attenzione dei media e la disaffezione verso la politica che viene percepita sempre più come incapace di risolvere i problemi della gente.

Accanto a questi ce ne sono di particolari, come il crollo del centrodestra e la stessa crisi dei M5S.
I loro elettori sono frastornati: i primi non ne possono più di una vicenda politica tutta avvitata attorno ai destini di Berlusconi i secondi sono delusi dalla assoluta inconcludenza di una forza politica che, pur avendo eletto 140 parlamentari, non riesce a cavare il classico ragno dal buco.

Questo dato ha pesato soprattutto in Calabria, dove la tradizione astensionista si è sommata alla debolezza della proposta politica del centrodestra e dei cinque stelle. Accanto a ciò un diffuso sentimento di sfiducia che ha accompagnato queste elezioni regionali non solo nei confronti della classe politica ma della stessa speranza che le istituzioni democratiche possano essere in grado di risolvere i problemi di questa terra. Un sentimento pericoloso, i cui esiti, comprendiamolo bene, non potranno certamente essere forieri di “magnifiche sorti e progressive”, ma di un ulteriore degrado della vita pubblica.

A questo pericolo dovrà dare una risposta la sinistra calabrese, oggi chiamata a responsabilità di governo.

Un voto necessario

Schede elettorali

Domani, al termine di una complicata vicenda istituzionale e nel mezzo della peggiore crisi economica dal dopoguerra ad oggi, la nostra Calabria tornerà a votare.

Si può dire tutto quello che si vuole, nutrire i sentimenti più crudi nei confronti della politica ma nulla potrà mai togliere valore all’atto principe della democrazia, il voto.

Il voto è un diritto e un dovere civico. Chi vota si assume la responsabilità di scegliere. Non votare significa soltanto sottrarsi a questa responsabilità, lasciare che altri, forse i peggiori, scelgano per noi.

Il non voto non è protesta, ma solo rinuncia. È lasciare campo libero a chi, davvero, finora ha fatto solo danni ed ha perpetuato sistemi di potere personalistici e particolaristici.
La Calabria, invece, ha bisogno di una collettiva assunzione di responsabilità.

Il centrosinistra, il PD, Mario Oliverio hanno parlato a tutti il linguaggio della verità.
La situazione è grave e non ci sono salvatori della patria o eroi o grandi timonieri o signori più o meno illuminati. Tutti questi, in genere, presuppongono masse di seguaci o di sudditi. Al contrario ci deve essere un popolo che si alza e si mette in cammino, un popolo che sostiene un progetto di cambiamento rifuggendo chiacchiere e demagogie.

Domani io, come faccio sempre da quando ho l’età della ragione, andrò a votare per scegliere Mario Oliverio, il mio partito, il PD, e dare anche una preferenza, a Carlo Guccione.

Farò tutto questo con la consapevolezza che davvero questo non è un passaggio ordinario della vita della nostra terra. Con la convinzione che davvero e soltanto tutti insieme, ce la possiamo fare.

Un voto politico

Voto politico

Il percorso non semplice, ma comunque esaltante, che ci ha portato a candidare Mario Oliverio a Presidente della Regione Calabria, il significato stesso che ha assunto questa candidatura, rappresentano il punto di arrivo di un percorso cominciato 5 anni fa, quando, sulle rovine lasciate dall’esperienza Loiero, abbiamo cominciato una lunga traversata che ci ha portato fin qui.

Non è questa sede per ripercorrere quella fase: so solo che tutte le cose che dicevamo si sono verificate e la Calabria, forse nel momento più difficile della sua storia, si avvia a votare e ad eleggere un Presidente non sull’onda confusa e distruttiva dell’antipolitica ma sulla base di un vero e proprio progetto politico di cambiamento di questa Regione.

Come tutti i sondaggi e lo stesso umore generale lasciano prevedere, il 23 novembre sarà possibile avviare questo lavoro, che sarà lungo e difficile.

Ai calabresi non abbiamo voluto raccontare chiacchiere e fare promesse facili.

Abbiamo chiesto, invece, un’assunzione collettiva di responsabilità.

Per questo, oltre che un buon Presidente come Mario Oliverio, occorre eleggere anche un buon Consiglio.

Nella mia vita ho sempre dato voti politici. Poi fortuna ha voluto che, seguendo le mie convinzioni politiche, ho anche avuto la possibilità di votare per amici. E’ stato così per Nicola Adamo, per Enza Bruno Bossio, per lo stesso Mario Oliverio. Sarà così anche stavolta.

Ho deciso, infatti, di votare Carlo Guccione.

Con Carlo ci conosciamo da quasi trent’anni. Ne conosco pregi e difetti come lui di me.

A volte siamo stati d’accordo a volte in dissenso. Ma gli ho sempre riconosciuto le grandi capacità di lavoro, la determinazione, la capacità di “stare sul pezzo” della politica.

Carlo Guccione merita di essere sostenuto. Io lo farò e invito tutti coloro che lo ritengano opportuno, di fare altrettanto. Per dare, anche stavolta, un voto politico.

Oliverio Presidente, Lista PD e Guccione come preferenza.

Io voto Mario Oliverio

Io voto Mario Oliverio

Domani 5 ottobre invito tutti coloro che hanno la bontà di leggermi ad andare a votare alle primarie del centrosinistra e dare la loro preferenza a Mario Oliverio.

Si vota dalle 8,00 alle 21,00 nei seggi organizzati in tutta la provincia.

Il mio invito parte intanto dalla considerazione che è di per sé un fatto importante che la scelta del candidato Presidente del centrosinistra sia affidata al popolo e non a ristrette conventicole romane.

C’è stato chi ha tentato di impedire che ciò avvenisse con mille sotterfugi e giochini da tre carte. Domani per fortuna si vota e sono in campo tre personalità ed opzioni politiche e programmatiche diverse.

Per quanto mi riguarda ho scelto di sostenere Mario Oliverio perché la Regione Calabria ha bisogno di una guida che unisca alla competenza ed all’esperienza una reale e concreta volontà di cambiamento.

Il cambiamento non si fa né con i slogan né con la carta d’identità, ma è il frutto spesso di coraggiose e determinate battaglie politiche, dell’assunzione di responsabilità, della capacità di dire molti si e molti no.

Perché di chiacchiere se ne sono fatte fin troppe e spesso per nascondere dietro una cortina fumogena i soliti tristi figuri.

Buon voto a tutti.

Perché Mario Oliverio fa tanto paura ?

Mario Oliverio

Avere ragione comincia ad essere stucchevole. Proprio ieri scrivevo ai sinceri sostenitori di Callipo che li stavano portando a passeggio se si illudevano che, con un atto di imperio del principe Renzi, il giovane sindaco di Pizzo sarebbe stato imposto a tutto il PD calabrese come unico candidato facendo ritirare Mario Oliverio.

Di pochi minuti fa la notizia (che prendiamo con le cautele de caso visto il passato recente di nomi agitati e bruciati spesso all’insaputa degli stessi interessati) che Luca Lotti avrebbe proposto come candidato di superamento il dott. Salvatore Di Landro, ex procuratore generale di Reggio Calabria.
Pare che, giustamente, Mario Oliverio avrebbe ribadito, senza nulla togliere alla persona, che l’unico percorso possibile per il PD calabrese sono e restano le primarie per come, del resto, solennemente ribadito dal vicesegretario nazionale Deborah Serracchiani appena 48 ore fa.
Che farà Gianluca Callipo ? Resterà in pista per tentare di ricevere dalla maggioranza degli elettori di centrosinistra calabresi la legittimazione di candidato alla Presidenza della Calabria o si ritirerà in buon ordine, mostrando che in realtà il primo a non crederci a questa possibilità è proprio lui e di essere quindi stato utilizzato, consapevolmente o inconsapevolmente, come una sorta di foglia di fico dall’improbabile renzismo in salsa calabra ?

Le primarie sono un diritto sancito dallo Statuto del PD. Se ne convincano finalmente tutti.
Perché alla Calabria dovrebbe essere negato ciò che è stato riconosciuto ovunque, ultima l’Emilia ?

Le primarie sono state inventate proprio per evitare la pantomima dei candidati di superamento che, in genere, non superano un bel niente e fanno solo perdere le elezioni.

E’, dunque, del tutto evidente che ci troviamo di fronte all’ennesimo ed a questo punto disperato tentativo di far saltare le primarie per impedire a Mario Oliverio di candidarsi.

Notoriamente, il complottismo e la dietrologia non mi hanno mai convinto. Sono sempre stato per i percorsi chiari e lineari. Ma non comincia a sembrare anche a voi che tutto questo accanimento contro Mario Oliverio sia quantomeno sospetto ? Perché a tutti i costi si vuole impedire ad un esponente del PD di concorrere alle primarie come garantisce lo Statuto del PD ? Quali interessi oscuri si muovono dietro questa ostinazione ? Se Mario Oliverio è vecchio, inadeguato, usurato come alcuni sostengono, perché fa tanta paura ? Perché con coraggio e dignità non si combatte contro Mario Oliverio una battaglia politica a viso aperto, sulle idee e sui programmi e anche sulle persone come solo le primarie possono garantire ?

Io le risposte me le sono già date e comincio a credere che se le stiano dando tanti in Calabria, dentro e fuori il PD.

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