#Cosenza2016

Restare in piedi per Cosenza

Cavallo in piedi

Le sconfitte si accettano e da quelle si riparte. A Cosenza Occhiuto vince perché riesce ad interpretare un diffuso sentimento antipolitico che altrove viene intercettato dai 5 stelle e che mette il PD, il partito più politico che c’è al di là di chi lo dirige, in difficoltà in tutti i grandi centri urbani.

È un’analisi elementare che va approfondita e pone al PD problemi seri che deve affrontare con urgenza visto che governa in Calabria e in Italia.

Lo dico ai tanti che pensano che il problema sia prendersela con questo o con quello, a cominciare da Renzi e non vedere come si correggono gli errori che si sono commessi. Continua a leggere

A Cosenza è necessario ricostruire il senso di una comunità…

Il Dispaccio foto

Intervista su Il Dispaccio.it di Francesca Gabriele

A Cosenza più di tutto occorre ricostruire il senso di una comunità che è andato progressivamente perdendosi, che non significa coltivare il vezzo un po’ snob di parlare in dialetto, ma interrogarsi sul ruolo e sulla funzione che Cosenza deve avere rispetto alla Calabria, al Mezzogiorno, all’Italia e persino rispetto al Mediterraneo e all’Europa. I cosentini sono stati questo nel corso dei secoli, i più europei dei calabresi, i più internazionalisti del Mezzogiorno, quelli capaci di guardare a ciò che si agita nel “mondo grande e terribile”. Noi siamo la città di Telesio, di Salfi solo per fare due nomi, gente che elaborava idee che hanno cambiato l’Europa e il mondo. Il Comune di Cosenza nei primi anni dell’Unità d’Italia votava mozioni per l’abolizione della pena di morte partecipando ad un dibattito internazionale promosso da Victor Hugo e Alexandre Dumas che a Cosenza ha anche abitato scrivendo uno dei suoi racconti. Eppure a Dumas non abbiamo dedicato nessuna via, nessuna piazza, nessun museo. Ecco, io credo che Cosenza debba ritrovare questo orgoglio del suo essere una grande città produttrice di cultura. Che è altra cosa rispetto a certa paccottiglia sulla leggenda di Alarico che non può essere l’unico brand di una città come Cosenza o, con tutto il rispetto, la lista “Capra” di Vittorio Sgarbi. Leggi l’intervista completa

Commenti
    Archivio