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Emergenza corona virus 8…San Giuseppe, la Festa del #restiamoumani

Fiera di San Giuseppe Cosenza

Fiera di San Giuseppe a Cosenza

Per noi cosentini oggi non è soltanto la Festa di San Giuseppe ma quella della Fiera, delle zeppole, del ritrovarsi insieme a festeggiare i papà e noi stessi. Perché si è sempre figli e si è sempre papà. Da secoli è sempre stato così. Oggi festeggiamo in tono minore, senza la Fiera, che era il nostro modo per che quando li vivevamo non ci sembravano così importanti. Ma oggi sia l’occasione, per tutti, di restare confrontarci con il mondo al di fuori di noi, con i colori, con le merci povere, con l’umanità varia che ci raggiungeva da luoghi lontani e vicini. La Fiera ci manca ma torneranno presto quei giorni felici umani, vivi, solidali. Anche questo giorno ci avvicina alla luce in fondo al tunnel. #andratuttobene #restiamoumani.

E’ morto un grande attore, Flavio Bucci

Flavio Bucci

“E voi, massa di pecoroni invigliacchiti, sempre pronti a inginocchiarvi, a chinare la testa davanti ai potenti! Adesso inginocchiatevi, e chinate la testa davanti a uno che la testa non l’ha chinata mai, se non davanti a questo strummolo qua [la ghigliottina]! Inginocchiatevi, forza! E fatevi il segno della croce! E ricordatevi che pure Nostro Signore Gesù Cristo è morto da infame, sul patibolo, che è diventato poi il simbolo della redenzione! Inginocchiatevi, tutti quanti! E segnatevi, avanti! E adesso pure io posso perdonare a chi mi ha fatto male. In primis, al Papa, che si crede il padrone del Cielo. In secundis, a Napulione, che si crede il padrone della Terra. E per ultimo al boia, qua, che si crede il padrone della Morte. Ma soprattutto, posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo! E adesso, boia, mandami pure all’altro mondo, da quel Dio Onnipotente, Lui sì padrone del Cielo e della Terra, al quale – al posto dell’altra guancia – io porgo… tutta la capoccia!”.
Il discorso di Don Bastiano al popolo prima della sua esecuzione, in “Il Marchese Del Grillo” del grande Mario Monicelli e uno straordinario Alberto Sordi.

18 anni di Umberto

Umberto da piccolo al mare

Ti ho visto piccolo, crescere. Ti ho visto cadere e rialzarti nei tuoi primi passi. Ti ho sentito pronunciare le prime parole, tra cui “papà” e mi sono sentito pieno di orgoglio. Ti ho parlato e ti ho ascoltato (forse non quanto avrei voluto). Ti ho sentito ridere e piangere. Ora hai 18 anni.
Auguri Umberto. Ti voglio bene.
Papà.

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