Si al referendum costituzionale

Non rompersi la testa…votiamo Si

Baarìa

Finalmente è finita questa lunga campagna referendaria.

Non mi va di fare qui una analisi di come sia stata: diciamo che certe cose ce le potevamo risparmiare tutti, chi più chi meno.

Una cosa è certa, al netto degli insulti, delle bugie e delle sciocchezze apodittiche diffuse a piene mani, comunque in queste settimane si è parlato di politica, di Costituzione, del futuro del nostro Paese. E questo, al di là di chi vincerà, è una cosa positiva per la democrazia.

Per quanto mi riguarda, a cinquant’anni, vorrei dire ai quattro o cinque che mi leggono, che il Si è l’unico voto che ha un senso.

Sulle questioni di merito ho avuto modo di discutere sui social e in decine di iniziative e confronti sul territorio e non ci ritorno.

Voglio qui limitarmi ad una sola considerazione politica: con il Si la nostra democrazia potrà fare un passo in avanti in termini di efficacia ed efficienza del suo funzionamento. Continua a leggere

Riforma costituzionale, le ragioni del Si.

Logo Si alla riforma costituzionale

Pubblicato su La Provincia di Cosenza del 24 giugno 2016

Il prossimo referendum costituzionale di ottobre chiederà ai cittadini italiani di esprimersi su un disegno di legge costituzionale che punta al superamento del bicameralismo paritario, alla riduzione del numero dei parlamentari, al contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, alla soppressione del CNEL e alla revisione del Titolo V della parte II della Costituzione.

Io credo che, per rendere un vero servizio di informazione ai cittadini, dovremmo tenere la discussione essenzialmente sul merito della riforma ed evitare di sostenere il Si o il No con argomentazioni di tipo ideologico.

In questo mio articolo mi sforzerò di spiegare cosa propone il referendum e di dare le motivazioni di merito per le quali i cittadini dovrebbero sostenerlo e alcune considerazioni politiche che terrò però ben separate dalle prime.

Innanzitutto io credo che sia necessario spiegare ai cittadino ciò che la riforma costituzionale non cambia, vale a dire la parte prima della Costituzione, quella che riguarda i cosiddetti principi fondamentali ed i diritti e doveri dei cittadini. Ciò va detto perché si leggono qua e là troppe prese di posizione su possibili rischi democratici che invece non hanno alcun fondamento. Continua a leggere

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