Matteo Barone

Caro Matteo…

Commemorazione di Matteo BaroneMatteo Barone

Caro Matteo,

oggi non c’ero a ricordarti come avrei voluto, come avresti meritato. Ma come sai e come sanno i tuoi genitori, le alterne vicende della vita mi hanno portato lontano da Paola, dalla tua scuola, dalla nostra scuola. È passato un anno da quel maledetto pomeriggio che ti portò via ma il dolore e la rabbia per la tua assenza non ci abbandona.

Oggi la tua scuola ti ricorda, tuo fratello percorre gli stessi corridoi che hai percorso tu, qui sono i tuoi amici, i tuoi insegnanti, un pezzo del tuo mondo continua a vivere, nonostante questo dolore assurdo.
Molto si deve alla tua splendida famiglia se questo dolore comunque non ci impedisce la speranza. Oggi non mi resta che abbracciarti ancora una volta, ragazzo mio, e a serbare nel mio cuore il tuo ricordo e il privilegio di avere avuto la possibilità di essere parte della tua vita come insegnante e di avere incontrato il tuo sorriso su questa terra. Continua a leggere

La straziante presenza dell’assenza

I palloncini dei ragazzi dell'IIS Pizzini-Pisani che volano in cielo in ricordo di Matteo Barone

I palloncini dei ragazzi dell’IIS Pizzini-Pisani che volano in cielo in ricordo di Matteo Barone

Il mio ricordo di Matteo Barone questa mattina…perché la vita è meravigliosa….

 È ormai passato più di un mese da quel terribile pomeriggio in cui la notizia della tua morte ci ha raggiunto, caro Matteo.

E non c’è giorno in cui il pensiero non ci porta a te, semplicemente guardando il tuo banco vuoto, il tuo nome sul registro.

Sai, Matteo, nessuno ha pensato di cancellarlo quel tuo nome, il secondo dell’elenco, di passarci una riga sopra.

È solo un modo per combattere la lacerazione della tua assenza, il ribadire che no, non te ne sei andato quel pomeriggio nella tua Belvedere, in quella maledetta curva.
Sai, Matteo, i tuoi compagni hanno scritto su un gran lenzuolo “ciao, Matteo” e quel lenzuolo è ancora li, e nessuno pensa di rimuoverlo. Continua a leggere

Caro Matteo…

Matteo Barone

Caro Matteo,

Un pomeriggio come tanti nella tua Belvedere ti ha portato via. Ti ha portato via sulle ali di quella moto da te tanto amata e tanto odiata oggi da noi che non ti abbiamo più. Come se odiare un oggetto inanimato potesse consolarci della tua assenza, potesse placare il dolore con il dolce veleno della recriminazione.
Eppure, caro Matteo, la tua morte ci mette di fronte alle domande di sempre, quelle del se e del cosa potevamo fare e non abbiamo fatto, tutti, per evitare che tu ci lasciassi, che il tuo sorriso dolce di bambino appena sbocciato alla gioventù non si spegnesse. Ecco perché la tua morte per me, che ero solo uno dei tuoi insegnanti, ha anche il sapore della sconfitta educativa.

È questo il dolore più profondo: che il tuo non esserci più non riesca a farci evitare di segnare, ancora una volta, un altro nome sul registro delle assenze della vita.

(A Matteo Barone, V MAT, il tuo insegnante…)

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