ideologia
Burkini
Parto dal presupposto che ognuno, in una società democratica, si può vestire come gli pare. Se una donna si mette addosso uno scafandro per andare al mare solo per seguire precetti religiosi integralisti o le pruderie di mariti insicuri deve essere libera di farlo. Magari, sentendo il caldo, si convincerà che oltre ad essere una gran seccatura, il Burkini è solo una grande cretinata anche un tantino ridicola. E si sa che le ideologie e gli integralismi crollano quando cominciano a far ridere.
L’ideologia del Tutti a casa
Molti amici condividono spesso i post di “Dimissioni, tutti a casa”…penso sia un elemento di propaganda indiretta dei grillini, infatti ci trovo molti post di esponenti del 5 stelle. Ora, fermo restando la libertà di ciascuno di pensare e condividere quello che gli piace, vorrei esprimere il mio modesto punto di vista a riguardo. Per antica indole non credo mai che la ragione sia da una parte sola e le affermazioni apodittiche mi puzzano sempre di ideologia. La critica alla classi dirigenti è sacrosanta ma bisogna sempre saper distinguere nel merito. A chi ha il potere, in generale si dovrebbe chiedere più responsabilità non, semplicisticamente, di farsi da parte se, di chi aspira a sostituirle, non sappiamo se sono davvero migliori. Del resto è dal 1992 ad Continua a leggere
L’epilogo misero e rancoroso del berlusconismo.
Anch’io, come scrive lucidamente oggi Peppino Caldarola, ho sempre pensato che la storia di Berlusconi non possa essere derubricata ad una vicenda criminale e che la maggioranza del popolo italiano non può essere considerata una massa di ingenui o peggio delinquenti che nel principe dei criminali hanno trovato la loro naturale rappresentanza.
Anch’io ho sempre pensato che una sinistra moderna che voglia cambiare davvero le cose e produrre in Italia finalmente quella modernizzazione diventata ormai ineludibile debba rifuggire dalla logica ideologica dello scontro amico/nemico.
Anch’io ho sempre pensato che il berlusconismo è stata qualcosa di più profondo e complesso, che richiede un’analisi più seria di quella che si può esprimere nell’urlo scomposto o nell’invettiva nei talk show o sui social network. E tuttavia questa commedia popolata da nani, ballerine e improbabili comparse in cerca di autore, mi lascia sconcertato.
L’uomo di Arcore sta trascinando inesorabilmente se stesso e il suo partito (e temo anche il Paese) nel vortice di inconcludente rancore in cui evidentemente si dibatte da settimane.
Se ne sta lì, nel chiuso della sua villa, circondato da yesmen e yeswomen che continuano ad adularlo nella speranza di lucrare improbabili rendite di posizione politica o personale o da coloro che comunque non hanno il coraggio di dirgli che sta sbagliando tutto. Entrambi, c’è da star sicuri, girano le dita sulle tempie appena non vede, come si fa con i parenti che hanno perso il senno.
Da qui le ultime mosse: le dimissioni in massa dei parlamentari (ma non dei ministri) consegnate ai capigruppo, le sparate sul golpe, le proposte di occupazione delle Camere…propaganda dettata dal Capo che spera in un qualcosa che non esiste, che il Presidente della Repubblica, anche se volesse, non potrebbe mai concedere.
Il berlusconismo si avvia così ad un declino popolato di miserie e rancori, con l’effetto probabile che proprio quello che si era proclamato di voler realizzare sostenendo il governo Letta, la pacificazione e l’uscita politica da un ventennio fatto di contrapposizione violenta e di danni profondi al Paese, evapori nei vaneggiamenti di un vecchio che non vuole accettare la semplice realtà del tempo che passa.
Un cupio dissolvi popolato dalle facce di Brunetta e Santachè, candidati eredi del nulla.
L’ideologia della SPECTRE…
Esiste una tendenza antica nella politica, nel giornalismo e più in generale nel mondo culturale italiano e non solo, a cercare la ragione di tanti guai in oscure trame, in complotti orditi da misteriosi personaggi, da occulte cupole di potere, da oscure organizzazioni globali che, come la SPECTRE di James Bond, tramano contro la sicurezza e la pace mondiale.
Intendiamoci, mafia, camorra, ‘ndrangheta, le mafie cinesi, giapponesi, russe e in generale la criminalità organizzata a livello internazionale, certe logge massoniche deviate, il terrorismo internazionale, ecc. sono cose assai concrete, che hanno nome e cognome e costituiscono realmente un pericolo. Sono realtà solide, fatte da persone in carne ed ossa che muovono interessi reali, spesso non divergenti da quelli legali e per questo assai insidiose perché mimetizzate e coperte da situazioni che spesso rendono la lotta contro di esse “non utile”.
Contro di queste, le forze democratiche del mondo combattono conseguendo anche importanti successi.
Altra cosa, invece, è la tendenza di cui parlavo prima: essa rappresenta spesso una copertura ideologica all’incapacità, o peggio, alla non volontà di affrontare con coerenza o continuità un problema. Attribuire tutti i problemi e gli insuccessi ai complotti di forze oscure ed invincibili assomiglia molto al “complotto demo-plutocratico giudaico-massonico” delle dittature nazifasciste degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Una risposta ideologica ai problemi sociali, la creazione di un nemico che spesso copre i nemici veri consentendo loro, comunque, di continuare a fare allegramente i propri affari.
Ecco perché quando sento parlare di forze occulte, quando sento comizi general-generici contro le mafie, quando si parla senza fare nomi e cognomi, denunciare circostanze precise e concrete, diffido.
Parlare di forze occulte che frenano il cambiamento senza dire quali sono e dove e come operano, è come credere che dietro queste trame, alla fine, ci sia solo il popolare personaggio dei fumetti di Silver, Cattivik o, per i più raffinati, la mitica SPECTRE di 007.