elezioni amministrative 2011

Non ci sto…

barbari 2
Non ci sto alla chiamata tardiva alle armi contro i barbari alle porte. Intanto perché chi dovrebbe difenderci dai barbari è barbaro anch’esso ed è già dentro le mura.
Non ci sto al ragionamento semplicistico che fanno alcuni, molti in palese malafede, di votare a sinistra contro la destra, quando la sinistra che mi propongono è fatta di una persona in palese conflitto di interessi che sta facendo una campagna elettorale che mutua il peggiore berlusconismo di cui aveva tentato, disperatamente, di essere il rappresentante.
Non ci sto a farmi intruppare con chi sta conducendo una campagna elettorale vergognosa, nella quale si agitano dossier come fa la Moratti contro Pisapia a Milano, con chi si proclama garantista per sé e fa il forcaiolo con gli avversari politici e non si confronta sui temi dello sviluppo di questa nostra amata città.
Non ci sto ad avallare con il mio voto una operazione di palazzo di qualche dirigente di partito che prima fa perdere il PD e poi pretende di rappresentarlo e dirigerlo.
Non ci sto ai richiami all’unità da parte di chi per primo ha frantumato, spaccato, lacerato il PD e il centrosinistra per salvaguardare il proprio ristretto orticello di potere e già ragiona di poltrone e assessorati per sodali e familiari.
Non ci sto a farmi fare la lezione da chi predica il rinnovamento e lo svecchiamento (sempre per gli altri, per carità) solo per legittimare la sua permanenza al potere. Da chi ha sostenuto il candidato alternativo al PD e si permette di darci lezioni di coerenza.
Ieri Damiano Covelli ha dato una lezione a tutti: non mi importa se sarò eletto o meno, la mia firma sotto questa mistificazione non ce la metto.
Il centrosinistra a Cosenza ha già perso il 16 e il 17 maggio scorsi. Al ballottaggio sono andati due candidati di centrodestra.
Io non voterò nessuno dei due.
Barbari

COMUNALI COSENZA: NON SOLO IL SINDACO, SI ELEGGE ANCHE IL CONSIGLIO…

Consiglio Comunale di Cosenza
Il 15 maggio andremo a votare per rinnovare Sindaco e Consiglio Comunale della nostra città…L’interesse dei media e dei cittadini è, giustamente, attratto dalla questione dei Sindaci e delle coalizioni e tuttavia il problema di quale Consiglio eleggeremo non è questione trascurabile, anzi.
Da quando esiste il sistema maggioritario (1993) non possiamo non rilevare che la qualità complessiva degli eletti nella nostra città (ma il problema è assolutamente generale) è di molto calata.
Le cause sono diverse: crisi dei partiti, preferenza unica, riduzione del ruolo del Consiglio rispetto a Sindaco e Giunta, impoverimento politico-culturale complessivo della società per cui la rappresentanza che esprime non può che rispecchiarla, ecc..
In particolare la preferenza unica rappresenta un elemento di distorsione, soprattutto a livello amministrativo, dove la caratterizzazione politica appare certamente più sfumata, per cui se si candida il miglior professionista o anche Albert Einstein è quasi certo di non essere eletto e di restare dietro al solito collettore di voti che si aggrega in un gruppo familiare o in un quartiere o in un condominio particolarmente popoloso.
Intendiamoci, non si tratta qui di fare distinzioni di classe o culturali, in democrazia contano i numeri e i consensi, e il voto è la massima espressione della volontà popolare, anche quando il risultato non ci piace.
Tuttavia, non si può non rilevare come questo impoverimento determini una rappresentanza “professionalizzata” al ribasso, con consiglieri che ritengono indifferente l’istanza politica e culturale per la quale si candidano perché al massimo sono espressione di ristrettissimi interessi, delegando la politica al Sindaco con il quale tutto al più intavolano una contrattazione al ribasso per garantire il loro sostegno in Consiglio. Una dissociazione tra politica e rappresentanza che sta creando danni notevoli innanzitutto alla politica.
Lo spettacolo di consiglieri che si candidano ora con uno ora con l’altro schieramento non è solo frutto della vecchia e mai tramontata pratica del trasformismo ma anche del restringimento progressivo della domanda politica dell’elettorato a livello locale, e diciamoci la verità, non fa più neanche scandalo…
Molti, quando discuto di queste cose dicono: “i partiti facciano selezione e non candidino personale politico siffatto”, affermazione giusta, non c’è dubbio, ma irrealistica stante l’attuale sistema elettorale. Quale partito, al fine di concorrere alla vittoria, può rinunciare alla candidatura di questo o quel consigliere che potenzialmente è portatore di un certo numero di preferenze al suo progetto politico ? A maggior ragione come potrebbe farlo un candidato Sindaco ?
Il problema sta, piuttosto, nella necessità che anche nelle assemblee elettive torni la politica, che il Consiglio Comunale diventi davvero il luogo di massima rappresentanza di una comunità e di tutte le sue istanze.
La questione è dunque, nelle mani dei cittadini, nella maturità delle loro scelte, nel comprendere che non eleggono solo un sindaco, non danno il voto solo ad un partito, ma individuano una rappresentanza che deve necessariamente andare al di là degli interessi di famiglia, di quartiere, di condominio.
Saper dire di no al proprio parente, amico, compare, ‘mmasciature, chiedere che chi si sceglie come consigliere sappia rappresentare sicuramente una coalizione e un partito ma anche gli interessi generali della città è la vera sfida anche in queste elezioni. Una sfida aperta…

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