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LEGGE ELETTORALE, IL RE E’ NUDO !!!

renudo

La recente sentenza della Cassazione che ha rimandato alla Corte Costituzionale il famigerato “porcellum” è un pugno nell’occhio alla classe politica che questo sistema ha voluto o, pur opponendosi, nei fatti lo ha mantenuto in piedi col gioco del cerino.

Quanti, in questi anni, hanno guardato con sufficienza al problema, hanno ripercorso il vecchio leit motiv del benaltrismo, hanno moraleggiato demagogicamente con frasi del tipo “la gente non mangia pane e legge elettorale”, non possono più nascondere la testa sotto la sabbia.

Questa legge è stata, lo scrivevo pochi giorni fa, il vero golpe di questi anni.

Ha snaturato il rapporto tra elettori ed eletti, ha creato un Parlamento avulso dai territori e popolato da nominati con l’unica funzione di schiacciare pulsanti su ordine dei capi dei partiti, pena la non ricandidatura e quindi la non rielezione.

Ha immesso nelle forze politiche, a destra e a sinistra, il veleno del conformismo al leader di schieramento, di partito, di corrente.

Ha scatenato sui territori lotte di potere tutte interne e autoreferenziali per conquistare posizioni “utili”, senza alcun rapporto con i cittadini, gli unici a poter decidere col proprio voto vincitori e vinti di una competizione elettorale.

Ha rimesso in circolo vecchie concezioni elitiste e giacobine, secondo le quali il voto popolare va sempre visto con diffidenza e meglio rimane la scelta “illuminata” dall’alto.

Ha degenerato, il termine non vi sembri eccessivo, la funzione stessa del Parlamento come sede della rappresentanza degli interessi diffusi del Paese e, con l’abnorme premio di maggioranza, ha chiuso nel recinto della partigianeria politica contingente le stesse funzioni di garanzia che la Costituzione aveva voluto, appunto, espressione di maggioranze larghe e condivise, perché il governo è di chi vince ma le istituzioni sono di tutti.

Con ogni probabilità, come dicono tutti i costituzionalisti, la Corte potrebbe addirittura provvedere a “cassare” le parti del “porcellum” rilevate come incostituzionali, mettendo il Paese di fronte ad un sistema elettorale puro che rappresenterebbe la pietra tombale sull’unica cosa buona prodotta dalla cosiddetta Seconda Repubblica, il bipolarismo.

Il tempo del “tirare a campare per non tirare le cuoia” è scaduto.

Si intervenga e si faccia una legge che garantisca governabilità, rappresentanza e diritto di scelta degli elettori del proprio deputato nel e del proprio territorio.

Ne va della democrazia italiana che, scusate, è importante quanto il pane e il companatico.

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