Consiglio Comunale di Cosenza
Cosenza, “ius soli” il suo “cittadino onorario” Alexandre Dumas…
Sinceramente trovo le polemiche suscitate dalle destre cittadine conto la delibera del Consiglio comunale di Cosenza sullo “ius soli” di una povertà culturale e di un provincialismo sconcertante. L’argomento più ridicolo è quello agitato sulla non competenza di un Consiglio comunale rispetto ad un tema che riguarda il legislatore nazionale. A parte che la delibera approvata è molto più articolata e certamente tiene conto di questa che è davvero una ovvietà, la verità è che la destra agita questo tema solo per cercare di nascondere la sua contrarietà nel merito. Insomma neanche il coraggio di dire che sono contro. Del resto per le destre non è mai il momento di discutere di diritti, collocandosi all’interno di una visione ultraconservatrice e reazionaria che serve solo ad agitare paure anche attorno a questioni che riguardano il futuro di bambini e ragazzi. Io credo, invece, che il Consiglio comunale di Cosenza abbia segnato uno dei momenti più alti della storia politica di questa città. Con quella delibera è uscito dalle secche del provincialismo e delle piccole beghe di villaggio in cui era ridotto da anni per essere davvero la massima assise politica di una comunità che guarda al mondo “grande e terribile” con l’orgoglio della propria storia e identità. Quella storia che, voglio ricordare alle destre sovraniste cittadine, nel 1863 portò il Comune di Cosenza ad aderire alla campagna per l’abolizione della pena di morte lanciata da Victor Hugo e sostenuta da Alexandre Dumas in Italia. In ragione di quella campagna l’autore dei “Tre Moschettieri” fu insignito, lui francese di nazionalità e mulatto “per sangue”, della cittadinanza onoraria di Cosenza. E nessuno all’epoca, espresse obiezioni ”di competenza”…
Il Comune di Cosenza faccia tutto il possibile per l’Annunziata
Nei giorni scorsi, attraverso il capogruppo in Consiglio comunale Damiano Covelli, abbiamo chiesto al Comune di Cosenza di attivarsi per erogare un contributo finanziario all’Ospedale dell’Annunziata.
Molti operatori sanitari ci hanno fatto sapere che la solidarietà che pure si sta dimostrando in forme straordinarie in queste ore, non è sufficiente. Servono tante cose e servono in quantità e in tempi diversi. Ecco perché abbiamo chiesto al Comune di erogare un contributo finanziario che sarà lo stesso Ospedale ad utilizzare per le necessità immediate.
Ribadiamo, quindi, al Sindaco la richiesta di convocare la Giunta e disporre un finanziamento a favore dell’Ospedale di almeno 100 mila euro. Quando questa pratica arriverà in Consiglio, abbiamo garantito la nostra presenza e il nostro voto favorevole.
E’ venuto il momento della responsabilità collettiva: tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, a cominciare dalle istituzioni che rappresentano tutti i cittadini.
Del resto la parola “Comune” indica, già nel nome, l’istituzione nella quale una comunità si riconosce, cerca e trova risposte. Risposte che abbiamo tutti il dovere di dare.
Il bello sta arrivando…
Non sarò candidato alle prossime elezioni comunali.
Con Carlo Guccione abbiamo valutato che il mio impegno in questa campagna elettorale assai difficile possa esplicarsi in altre forme e con ruoli diversi e non meno impegnativi di quelli di una candidatura al consiglio comunale. Del resto la mia candidatura, che aveva caratteristiche squisitamente politiche, era stata pensata a supporto di un candidato sindaco puramente civico come Lucio Presta.
Con Carlo Guccione, che la politica la mastica da quando era ragazzo, la mia presenza in lista appariva pleonastica.
Noi del PD siamo fatti così: le candidature hanno senso se esprimono una politica o comunque una rappresentanza di interessi più ampi di quelli del privato e non sono semplicemente il modo per confermare il voto di qualche cliente che si teme di poter perdere (nulla è più labile della clientela).
Con Carlo Guccione in questa campagna elettorale ci divertiremo. Il re è sempre più nudo e lo stesso schieramento delle sue truppe ne dimostra il grande senso di insicurezza così come le balbettanti e vittimistiche reazioni ad alcune inchieste giornalistiche corredate da documenti e articoli di legge. Stia certo: #ilbellostaarrivando
COMUNALI COSENZA: NON SOLO IL SINDACO, SI ELEGGE ANCHE IL CONSIGLIO…
Il 15 maggio andremo a votare per rinnovare Sindaco e Consiglio Comunale della nostra città…L’interesse dei media e dei cittadini è, giustamente, attratto dalla questione dei Sindaci e delle coalizioni e tuttavia il problema di quale Consiglio eleggeremo non è questione trascurabile, anzi.
Da quando esiste il sistema maggioritario (1993) non possiamo non rilevare che la qualità complessiva degli eletti nella nostra città (ma il problema è assolutamente generale) è di molto calata.
Le cause sono diverse: crisi dei partiti, preferenza unica, riduzione del ruolo del Consiglio rispetto a Sindaco e Giunta, impoverimento politico-culturale complessivo della società per cui la rappresentanza che esprime non può che rispecchiarla, ecc..
In particolare la preferenza unica rappresenta un elemento di distorsione, soprattutto a livello amministrativo, dove la caratterizzazione politica appare certamente più sfumata, per cui se si candida il miglior professionista o anche Albert Einstein è quasi certo di non essere eletto e di restare dietro al solito collettore di voti che si aggrega in un gruppo familiare o in un quartiere o in un condominio particolarmente popoloso.
Intendiamoci, non si tratta qui di fare distinzioni di classe o culturali, in democrazia contano i numeri e i consensi, e il voto è la massima espressione della volontà popolare, anche quando il risultato non ci piace.
Tuttavia, non si può non rilevare come questo impoverimento determini una rappresentanza “professionalizzata” al ribasso, con consiglieri che ritengono indifferente l’istanza politica e culturale per la quale si candidano perché al massimo sono espressione di ristrettissimi interessi, delegando la politica al Sindaco con il quale tutto al più intavolano una contrattazione al ribasso per garantire il loro sostegno in Consiglio. Una dissociazione tra politica e rappresentanza che sta creando danni notevoli innanzitutto alla politica.
Lo spettacolo di consiglieri che si candidano ora con uno ora con l’altro schieramento non è solo frutto della vecchia e mai tramontata pratica del trasformismo ma anche del restringimento progressivo della domanda politica dell’elettorato a livello locale, e diciamoci la verità, non fa più neanche scandalo…
Molti, quando discuto di queste cose dicono: “i partiti facciano selezione e non candidino personale politico siffatto”, affermazione giusta, non c’è dubbio, ma irrealistica stante l’attuale sistema elettorale. Quale partito, al fine di concorrere alla vittoria, può rinunciare alla candidatura di questo o quel consigliere che potenzialmente è portatore di un certo numero di preferenze al suo progetto politico ? A maggior ragione come potrebbe farlo un candidato Sindaco ?
Il problema sta, piuttosto, nella necessità che anche nelle assemblee elettive torni la politica, che il Consiglio Comunale diventi davvero il luogo di massima rappresentanza di una comunità e di tutte le sue istanze.
La questione è dunque, nelle mani dei cittadini, nella maturità delle loro scelte, nel comprendere che non eleggono solo un sindaco, non danno il voto solo ad un partito, ma individuano una rappresentanza che deve necessariamente andare al di là degli interessi di famiglia, di quartiere, di condominio.
Saper dire di no al proprio parente, amico, compare, ‘mmasciature, chiedere che chi si sceglie come consigliere sappia rappresentare sicuramente una coalizione e un partito ma anche gli interessi generali della città è la vera sfida anche in queste elezioni. Una sfida aperta…