Cosenza
Città unica e il festival delle cattive intenzioni
Rovesciando il celebre proverbio “le strade dell’inferno sono spesso lastricate di buone intenzioni” anche quella per il Paradiso spesso sono lastricate di cattive intenzioni. Con la differenza che nel primo caso si va certamente all’inferno nel secondo la strada del Paradiso spesso si perde per sempre. Il referendum ha visto la vittoria del NO perché i cittadini hanno ritenuto che un progetto così importante non potesse affermarsi solo per garantire a qualcuno la rivalsa di recenti sconfitte elettorali e l’ambizione di fare il candidato piglia tutto. La città unica è stata quindi percepita o come una minaccia o come un disegno teso solo a garantire qualche ambizione di potere individuale e di gruppo e non come il grande e necessario progetto di semplificazione amministrativa di un territorio inserito in un reale e comprensibile progetto di sviluppo. Il centrodestra prende col voto di ieri una sonora sberla in faccia. Il PD e tutto il centrosinistra che non potevano non sostenere la prospettiva strategica della città unica hanno cercato di mettere pezze ad un disegno sbagliato e approssimativo proprio per le cattive intenzioni di fondo di chi lo ha proposto e imposto. Al PD e al centrosinistra resta ora il fardello, reso più pesante dal voto di ieri, di cercare di trovare la strada giusta per rimettere in piedi una grande ambizione la cui portata politica resta strategica per il futuro dell’area urbana.
Siamo e saremo sempre Italia…convincetevi…
Da Imola un pensiero alla mia Cosenza in questo giorno di inizio estate. Ti voglio bene terra amata e desiderata mia, e non perché questa terra romagnola non mi ha accolto con affetto e stima di cui sono grato tutti giorni a Nostro Signore, ma perché il luogo dove sei nato e vissuto per larga parte della tua vita ti provoca sempre movimenti intensi del cuore. A tutti coloro che per lavoro sono fuori dalla propria terra un pensiero affettuoso, nella convinzione che ormai, nonostante tutte le cretinerie che si dicono, siamo ITALIA. Perché la patria, come si diceva una volta, è questo meraviglioso miscuglio di amorosi sensi, di locale e globale insieme. E nessuna AUTONOMIA DIFFERENZIATA delle mie b… potrà portarcela via…
Viva Cosenza meravigliosa…
Addio caro “Chembotà”…
Apriamo una nuova fase di promozione della cultura a Cosenza
Ringrazio Francesco Alimena per la sua sollecitazione stamattina sulla stampa. Condivido largamente quanto scrive oggi sottolineando la necessità di aprire una nuova fase rispetto alla politica culturale a Cosenza. Bisogna passare da una idea di “cultura della patacca” che ha imperversato negli ultimi anni, basata solo su un malinteso senso dell’effimero e dell’immagine autoreferenziale, a una iniziativa che riparta dalle radici autentiche di Cosenza. Se non si fa questo si rischia di cristallizzarsi sul singolo evento, sul quale ci si schiera come guelfi e ghibellini di risulta, senza guardare alla vera ricchezza costituta dalla storia plurimillenaria di Cosenza che, come tutte le storie, è fatta anche di miti e leggende (e la “Donna Brezia” come Alarico ne fanno certamente parte). Discutere sull’autenticità storica di un mito è esercizio inutile: è come se si discutesse sulla verità storica del Drago di San Giorgio o del Grifone presenti nei simboli civici di molti comuni italiani. I miti possono trovare spazio nella narrazione di un territorio o di una città ? Certamente sì, senza però dimenticare la “vera” storia che a Cosenza è ricca e significativa almeno quanto i miti. Io penso che su questi temi vada promosso un ampio dibattito in città e debba essere questa amministrazione a promuoverlo. Magari riprendendo una vecchia proposta, quella degli Stati Generali della Cultura a Cosenza per coinvolgere tutti: associazioni, partiti, singoli intellettuali che vogliono bene a questa città. In questi anni abbiamo contestato la cultura da cartone animato che, nello stesso tempo, chiudeva la Biblioteca Civica e la lirica e declassava il Rendano da teatro di tradizione ad arena per spettacoli. Per tacere della toponomastica e di altro. Nel programma di Franz Caruso, questa linea è stata indicata con chiarezza. Insieme alle tante emergenze che sono all’ordine del giorno da quanto si è insediata, è necessario affrontare quella culturale passando ad una nuova fase e rifare di Cosenza l’”Atene della Calabria” che è stata per secoli.
Ciao Franco Lanzone, ti sia lieve la terra…
Franco Lanzone era un caro amico. Medico stimato di Cosenza ed ex consigliere comunale del PD. Persona generalmente stimata ed amata in città.
A noi non resta che stringerci in un grande abbraccio attorno alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene.
Ciao Franco, ti sia lieve la terra…
Cosenza, “ius soli” il suo “cittadino onorario” Alexandre Dumas…
Sinceramente trovo le polemiche suscitate dalle destre cittadine conto la delibera del Consiglio comunale di Cosenza sullo “ius soli” di una povertà culturale e di un provincialismo sconcertante. L’argomento più ridicolo è quello agitato sulla non competenza di un Consiglio comunale rispetto ad un tema che riguarda il legislatore nazionale. A parte che la delibera approvata è molto più articolata e certamente tiene conto di questa che è davvero una ovvietà, la verità è che la destra agita questo tema solo per cercare di nascondere la sua contrarietà nel merito. Insomma neanche il coraggio di dire che sono contro. Del resto per le destre non è mai il momento di discutere di diritti, collocandosi all’interno di una visione ultraconservatrice e reazionaria che serve solo ad agitare paure anche attorno a questioni che riguardano il futuro di bambini e ragazzi. Io credo, invece, che il Consiglio comunale di Cosenza abbia segnato uno dei momenti più alti della storia politica di questa città. Con quella delibera è uscito dalle secche del provincialismo e delle piccole beghe di villaggio in cui era ridotto da anni per essere davvero la massima assise politica di una comunità che guarda al mondo “grande e terribile” con l’orgoglio della propria storia e identità. Quella storia che, voglio ricordare alle destre sovraniste cittadine, nel 1863 portò il Comune di Cosenza ad aderire alla campagna per l’abolizione della pena di morte lanciata da Victor Hugo e sostenuta da Alexandre Dumas in Italia. In ragione di quella campagna l’autore dei “Tre Moschettieri” fu insignito, lui francese di nazionalità e mulatto “per sangue”, della cittadinanza onoraria di Cosenza. E nessuno all’epoca, espresse obiezioni ”di competenza”…
Antonello Antonante se ne è andato…
Antonello Antonante se n’è andato. Fondatore dell’Acquario, pioniere del teatro moderno a Cosenza ne ha interpretato in chiare nuova la sua natura di Atene della Calabria. Era uomo ironico e naturalmente empatico. Gli volevo bene. Amava ricordarmi un aneddoto degli anni ‘70 quando era tra coloro che aveva le chiavi di Cosenza visto che era tra gli ultimi a tornare a casa la sera. Alla moglie Dora Ricca, a tutti i suoi familiari e a tutti coloro che lo hanno stimato e amato la consolazione che il ricordo ce lo terrà vicino…
Un pensiero per un uomo di grande cultura e sensibilità rara…
Conoscevo Franco Dionesalvi anche se non ci siamo mai frequentati né siamo mai stati amici. Di lui però ricordo, tutte le volte che ci incontravamo, la grande ironia e allegria, che ispirava simpatia. Apparteneva ad una generazione diversa dalla mia e, anche, ad una diversa formazione politica e culturale, spesso polemica con la mia. Ma era sempre un grande piacere parlare con lui. Da assessore di Giacomo Mancini a Cosenza ha lasciato un segno profondo. Si poteva non essere d’accordo con alcune scelte ma non se ne poteva non riconoscerne la ricchezza e la profondità. Oggi lascia Cosenza più povera, in un momento in cui avremmo bisogno del contributo di tanti come lui. Mi dispiace molto. Al fratello Claudio la mia vicinanza…
Cosenza solidale sempre
Voglio esprimere il mio pubblico apprezzamento all’Assessore Damiano Covelli e al Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mazzuca per avere espresso parole di solidarietà e vicinanza ad Aldo, il simpatico personaggio che anima le strade della nostra città con la sua empatia e con la sua esuberante personalità. Perché una città vive dei suoi abitanti, delle loro storie, della loro semplice esistenza. Violenza e prepotenza, purtroppo, esisteranno sempre. Ma per esse c’è un grande antidoto, appunto la vicinanza e la solidarietà, il sentirsi una sola, grande comunità. Cosenza è e sarà sempre tutti i suoi figli. In questo senso mi sento di fare una proposta al Sindaco Franz Caruso: chiamate in Comune un altro personaggio di Cosenza a cui un network locale ha di recente dedicato un bell’articolo, Aldo detto Lalla, e dategli un piccolo riconoscimento alla sua vita fatta di coraggio, di semplicità, di dignità e orgoglio della propria identità. Non dimentichiamo mai che una città vive di identità, che è il frutto di tante piccole cose e di tanti personaggi ricchi e significativi. Anche questo piccolo gesto può dare la cifra di una Cosenza che sa vivere con orgoglio ciascuno dei suoi figli.