Carlo Guccione

Si è spento Francesco Guccione…

Francesco Guccione e Anna Lucente

Si è spento poche ore fa Francesco Guccione, papà di Carlo Guccione.

Lo ricordo come persona di profonde convinzioni politiche come il Molotov della matita di Sergio Staino. Ferroviere e comunista, era stimato da tutti.

Lui ed Anna Lucente hanno formato una coppia solida per anni pur nella diversità profonda di caratteri, introverso e chiuso quello di Francesco, estroverso e aperto quello di Anna, fino a caratterizzare persino il quartiere di Serraspiga dove sono vissuti.

Di Francesco si ricorderanno momenti intensi di passione politica, come quando votava in sezione le mozioni contrarie a quelle sostenute dai figli o prestava ai compagni la sua Skoda per l’attacchinaggio dei manifesti. La morte di Anna lo aveva lasciato attonito. Da anni conduceva vita ritirata aggravata dalla malattia.

Ciao Francesco, e quando arrivi salutaci Anna..

Intervista a www.cosenza.informa.it

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“Basta con le lagne di Occhiuto. Sgarbi ?

Non pervenuto”

Parla Gabriele Petrone, esponente dem: “La rimborsopoli regionale? Né Guccione né Adamo hanno preso un euro”.

Gino Paoli anni fa cantava “Eravamo quattro amici al bar”. Una canzone che può benissimo essere adattata a Enza Bruno Bossio, Nicola Adamo, Carlo Guccione e Gabriele Pertone, tutti componenti di spicco del Pd cosentino e regionale. Amici con le stesse vedute politiche, compagni di tante battaglie. Fino a quando uno dei “quattro degli amici del bar”, Carlo Guccione, decide di intraprendere un cammino alternativo. E da Gino Paoli si passa a Claudio Baglioni con la sua “E adesso la pubblicità”. Già perché, da quando il consigliere regionale ha deciso di tracciare un solco tra lui e gli ex amigos, il partito democratico calabrese ha acuito la sua crisi. Ora, è come se i vari esponenti fossero protagonisti di telenovela che alterna momenti di quiete ad altri di lite e situazioni di disagio. Con soggetti alla ricerca di una identità perduta e altri che sono andati avanti nel segno della coerenza. Tra questi ci sta appunto, Gabriele Petrone che ha rilasciato un’intervista a Cosenzainforma. Leggi tutto

Grazie, farò del mio meglio…

Circolo I Cosenza 6

Poco fa, in una bella e partecipata assemblea che ha visto gli interventi, tra gli altri di Enza Bruno Bossio, Carlo Guccione, Luigi Guglielmelli, Nicola Adamo, Franco Ambrogio e la partecipazione di una nutrita delegazione di consiglieri del PD e delle liste collegate tra cui Bianca Rende, Francesca Cassano ed Enrico Morcavallo, sono stato eletto all’unanimità Segretario del Primo Circolo del PD “Centro Storico e Frazioni”, il più grande della città con i suoi oltre 400 iscritti.
Subentro a Damiano Covelli, ora capogruppo PD in Consiglio Comunale, che ha retto il Circolo negli ultimi anni e raccolgo una difficile eredità iniziata da compagni di grande esperienza e qualità come Raffaele Zuccarelli,  che del Circolo è stato il primo segretario dalla fondazione del Partito democratico.
Sono stati proprio loro a formulare la proposta e li ringrazio per la stima che essa porta con sé e di cui avverto tutta la responsabilità, soprattutto in un momento tanto difficile della vicenda politica del Paese, della Calabria e della nostra città. Continua a leggere

Il bello sta arrivando…

La Grande Bellezza

Non sarò candidato alle prossime elezioni comunali.

Con Carlo Guccione abbiamo valutato che il mio impegno in questa campagna elettorale assai difficile possa esplicarsi in altre forme e con ruoli diversi e non meno impegnativi di quelli di una candidatura al consiglio comunale. Del resto la mia candidatura, che aveva caratteristiche squisitamente politiche, era stata pensata a supporto di un candidato sindaco puramente civico come Lucio Presta.

Con Carlo Guccione, che la politica la mastica da quando era ragazzo, la mia presenza in lista appariva pleonastica.

Noi del PD siamo fatti così: le candidature hanno senso se esprimono una politica o comunque una rappresentanza di interessi più ampi di quelli del privato e non sono semplicemente il modo per confermare il voto di qualche cliente che si teme di poter perdere (nulla è più labile della clientela).

Con Carlo Guccione in questa campagna elettorale ci divertiremo. Il re è sempre più nudo e lo stesso schieramento delle sue truppe ne dimostra il grande senso di insicurezza così come le balbettanti e vittimistiche reazioni ad alcune inchieste giornalistiche corredate da documenti e articoli di legge. Stia certo: ‪#‎ilbellostaarrivando

Il popolo in comune

Presentazione Guccione 2

Conosco Carlo Guccione da trent’anni. Carlo appartiene alla nostra storia comune, quella delle sezioni del PCI di Cosenza, della FGCI, della militanza, dell’attacchinaggio dei manifesti, delle Feste dell’Unità. La sua casa a Serraspiga era una sezione aggiunta, Anna, la sua compianta madre, militante e capopolo, era la chioccia di tutti noi che arrivavamo a casa sua a qualunque ora del giorno e della notte. Suo padre, Ciccio, ferroviere comunista e militante appassionato ancora oggi, nonostante l’età. Carlo nasce qui, nel cuore di questa storia, nel cuore della Cosenza dei quartieri popolari, nell’orgoglio e nella lotta per il riscatto sociale e culturale. La sua candidatura a Sindaco di questa città rappresenta oggi il punto di arrivo di quella storia. Ed un nuovo inizio. In bocca al lupo Carlo.

A Cosenza è necessario ricostruire il senso di una comunità…

Il Dispaccio foto

Intervista su Il Dispaccio.it di Francesca Gabriele

A Cosenza più di tutto occorre ricostruire il senso di una comunità che è andato progressivamente perdendosi, che non significa coltivare il vezzo un po’ snob di parlare in dialetto, ma interrogarsi sul ruolo e sulla funzione che Cosenza deve avere rispetto alla Calabria, al Mezzogiorno, all’Italia e persino rispetto al Mediterraneo e all’Europa. I cosentini sono stati questo nel corso dei secoli, i più europei dei calabresi, i più internazionalisti del Mezzogiorno, quelli capaci di guardare a ciò che si agita nel “mondo grande e terribile”. Noi siamo la città di Telesio, di Salfi solo per fare due nomi, gente che elaborava idee che hanno cambiato l’Europa e il mondo. Il Comune di Cosenza nei primi anni dell’Unità d’Italia votava mozioni per l’abolizione della pena di morte partecipando ad un dibattito internazionale promosso da Victor Hugo e Alexandre Dumas che a Cosenza ha anche abitato scrivendo uno dei suoi racconti. Eppure a Dumas non abbiamo dedicato nessuna via, nessuna piazza, nessun museo. Ecco, io credo che Cosenza debba ritrovare questo orgoglio del suo essere una grande città produttrice di cultura. Che è altra cosa rispetto a certa paccottiglia sulla leggenda di Alarico che non può essere l’unico brand di una città come Cosenza o, con tutto il rispetto, la lista “Capra” di Vittorio Sgarbi. Leggi l’intervista completa

Un voto politico

Voto politico

Il percorso non semplice, ma comunque esaltante, che ci ha portato a candidare Mario Oliverio a Presidente della Regione Calabria, il significato stesso che ha assunto questa candidatura, rappresentano il punto di arrivo di un percorso cominciato 5 anni fa, quando, sulle rovine lasciate dall’esperienza Loiero, abbiamo cominciato una lunga traversata che ci ha portato fin qui.

Non è questa sede per ripercorrere quella fase: so solo che tutte le cose che dicevamo si sono verificate e la Calabria, forse nel momento più difficile della sua storia, si avvia a votare e ad eleggere un Presidente non sull’onda confusa e distruttiva dell’antipolitica ma sulla base di un vero e proprio progetto politico di cambiamento di questa Regione.

Come tutti i sondaggi e lo stesso umore generale lasciano prevedere, il 23 novembre sarà possibile avviare questo lavoro, che sarà lungo e difficile.

Ai calabresi non abbiamo voluto raccontare chiacchiere e fare promesse facili.

Abbiamo chiesto, invece, un’assunzione collettiva di responsabilità.

Per questo, oltre che un buon Presidente come Mario Oliverio, occorre eleggere anche un buon Consiglio.

Nella mia vita ho sempre dato voti politici. Poi fortuna ha voluto che, seguendo le mie convinzioni politiche, ho anche avuto la possibilità di votare per amici. E’ stato così per Nicola Adamo, per Enza Bruno Bossio, per lo stesso Mario Oliverio. Sarà così anche stavolta.

Ho deciso, infatti, di votare Carlo Guccione.

Con Carlo ci conosciamo da quasi trent’anni. Ne conosco pregi e difetti come lui di me.

A volte siamo stati d’accordo a volte in dissenso. Ma gli ho sempre riconosciuto le grandi capacità di lavoro, la determinazione, la capacità di “stare sul pezzo” della politica.

Carlo Guccione merita di essere sostenuto. Io lo farò e invito tutti coloro che lo ritengano opportuno, di fare altrettanto. Per dare, anche stavolta, un voto politico.

Oliverio Presidente, Lista PD e Guccione come preferenza.

Visitando il carcere ho visto solo uomini, non i loro reati

Carceri
Ieri ho accompato la deputata Enza Bruno Bossio e il consigliere regionale Carlo Guccione nella loro visita ispettiva nel carcere di Rossano.
Era la prima volta che varcavo le porte di un carcere ed ho potuto vederlo come solo i detenuti e le guardie carcerarie lo vedono quotidianamente.
Devo confessare che è stata una esperienza terribile.
Ho visto volti segnati, se mi passate l’espressione forse un po’ troppo letteraria, dalla tragedia dell’esistenza come una cicatrice.
Li ho ascoltati chiedere cose che, per noi “di fuori” sono banali: poter ascoltare un po’ di musica, guardare qualche canale in più alla TV, poter comunicare con i loro congiunti, poter scrivere o giocare su un pc, ecc. E capivo che per loro erano la differenza tra la vita e la morte per il tedio e il rimuginare continuo nei propri dolori.
Li ho sentiti parlare dei loro reati, alcuni terribili, eppure continuavo a vedere solo uomini e non reati. Ed ho “visto” il senso di ciò che i nostri padri costituenti hanno scritto: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Il prossimo che sentirò pronunciare con superficialità le parole “in galera” gli dirò “vai a vedere e capirai”.
Pubblicato su:www.lagente.info
Link: http://www.lagente.info/giustizia/28-condizioni-carcerarie/972-visitando-il-carcere-ho-visto-solo-uomini-non-i-loro-reati.html

Continuare ad affidare il PD a certe persone è come dare la patente di femminismo a Landru.

Landru

Landru


Dal 2009, sotto varie forme, prima direttamente adesso per Commissario Interposto, il PD calabrese è governato da Oliverio e addentellati come Guccione, Laratta e Bevacqua. Dal 2009 ad oggi, abbiamo perso regionali ed amministrative. Loro sono ancora lì, anzi danno pagelle, continuano a distinguere tra buoni e cattivi a lanciare appelli per l’unità e per la costruzione del partito. Cose di cui il PD ha bisogno come il pane ma che loro non hanno nessuna credibilità nel proporre. Loro che hanno distrutto l’unità del PD che aveva consentito l’unica vittoria alle provinciali di Cosenza, loro che hanno distrutto ogni vita democratica interna, che hanno tentato di appaltare a forze esterne ed estranee al centrosinistra la rappresentanza del centrosinistra stesso a Cosenza. Adesso danno pagelle di coerenza anti-Scopelliti al gruppo regionale, che avrà mille difetti, ma non certamente quello di essere stato silente in questi mesi, anche a discapito della costruzione di una coerente alternativa di governo alla Regione. E allora, di cosa stiamo parlando ? Personalmente penso che continuare ad affidare il PD a costoro è come affidare l’emancipazione della donna a Landru.

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