giornalista

Ciao Ciccio…mancherai a tutti…

Francesco Dinapoli

Se n’è andato all’improvviso Francesco Dinapoli, per tutti Ciccio. Conoscevo Ciccio da più di trent’anni, dai tempi della sua militanza nella DC, di cui fu un apprezzato Segretario cittadino, e dagli albori della sua carriera di giornalista nella TV locale Cam Tele3 di Padre Vittorino. Ciccio era intriso della cultura del cattolicesimo democratico, che portò nel suo lavoro di giornalista con risultati lusinghieri. Con Ciccio ti potevi anche arrabbiare e litigare ma non potevi non provare stima per lui, per la sua intelligenza e per la finezza del suo ragionare. Percepivi che al fondo era un uomo buono e incapace di rancore pur tra le mille asprezze della vita. Mancherà a tutti. A sua moglie Cinzia Gardi e alle sue due splendide figlie Rosita e Benedetta un grande abbraccio. Ciccio mancherà a tutti e continuerà a vivere nella memoria di questa nostra città.

UN ABBRACCIO, ALESSANDRO…

Alessandro Bozzo

Non si può morire a 40 anni. Non si può scegliere di uccidersi a 40 anni.

Aprendo il giornale stamattina ho pensato solo questo. E continuo ad avere un nodo in gola. Non lo accetto che Alessandro Bozzo non ci sia più.
Conoscevo Alessandro sin da quando aveva cominciato il mestiere di giornalista. Cortese, sorridente, con le sue idee che non nascondeva e che spesso non coincidevano con le mie. Ma era un giornalista di razza, furbo, intuitivo, sempre sulla notizia.
Mi era simpatico, anche quando ci litigavo sulle interpretazioni che dava ad alcuni fatti nei suoi articoli. Lo stimavo e anche lui stimava me. Ce lo eravamo detti tante volte.
Negli ultimi tempi non ci sentivamo spesso perché seguiva la cronaca. L’ultima volta è stata la sera delle elezioni. Mi mandò un SMS con il quale commentava duramente il voto e il comportamento del PD e del centrosinistra. Lo richiamai e continuammo a beccarci, simpaticamente, come avevamo sempre fatto. Mi ricordo che gli dissi che era il solito massimalista antipolitico.
Poi la notizia oggi. E davvero non ho più parole da dire se non quelle con le quali ci salutavamo sempre: “un abbraccio”.

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