Attualità

La separazione dei poteri

Montesquieu

Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu

 

Renzi sulla giustizia ha ragione da vendere: ci si può e ci si deve dimettere per ragioni di opportunità politica o di etica della responsabilità secondo principi e metodi che la stessa politica deve essere in grado di produrre per sè. Ma non si caccia un sottosegretario o un ministro solo perché indagato. Altrimenti ciò significherebbe dare alla magistratura un potere politico, quello di decidere chi può o non può rimanere in un governo. Ed i magistrati gestiscono un potere giudiziario, non politico.

E’ quello che penso da sempre, il garantismo è rispetto delle regole e dei diritti, non un velo per coprire vergogne o il desiderio di impunità come ne ha fatto la destra. Continua a leggere

Votare e(‘) scegliere. Leggi elettorali in Italia e nel mondo. Il mio ebook sulla storia delle leggi elettorali

Votare è scegliere, la copertina

La copertina dell’ebook Votare e(‘) scegliere. Leggi elettorali in Italia e nel mondo

 

In questo saggio presento un esauriente excursus storiografico sui sistemi elettorali adottati in Italia dall’Unità ad oggi e descrive quelli in uso oggi nei principali paesi europei e del mondo democratico che sono entrati a far parte del nostro dibattito politico. Dalla lettura di queste pagine si apprende così che in Italia solo in due precisi momenti storici, durante la dittatura fascista e negli anni in cui è rimasto in vigore il famigerato porcellum, gli elettori non hanno potuto scegliere direttamente i propri rappresentanti nel parlamento nazionale. Il sistema elettorale, infatti, è lo strumento attraverso il quale si seleziona la classe dirigente ed è essenziale per il funzionamento della democrazia. Per questo le leggi elettorali non possono mai essere considerate Continua a leggere

Giornata delle donne per parlare agli uomini

8 marzo

E’ davvero difficile scrivere qualcosa sulla giornata delle donne senza apparire banale, stucchevole o retorico. Tuttavia, ritengo doverosa una riflessione che ricordi a tutti, soprattutto agli uomini, che secoli e secoli di emarginazione hanno costituito una terribile perdita per l’umanità dei talenti di milioni e milioni di donne, costrette a non studiare, a lavori considerati inferiori, a vivere, pur se intelligenti e capaci, all’ombra di uomini forse mediocri il cui nome è sopravvissuto alla storia mentre il loro è andato purtroppo perduto. La lotta per l’emancipazione femminile è stata una delle più importanti rivoluzioni dell’ultimo secolo perché ha rotto schemi che sembravano indistruttibili e che ancora, per molti aspetti, resistono. Continua a leggere

Insopportabile demagogia

Migranti

C’è qualcosa di insopportabile nella demagogia della Lega sugli sbarchi degli immigrati e annegamenti connessi. Oggi Salvini ha attaccato Renzi e Alfano dicendo che hanno le mani lorde di sangue. Fa un certo effetto in bocca al leader di un partito di cui alcuni esponenti talvolta invocano l’affondamento in mare dei barconi dei migranti e che criticano l’impegno della marina italiana nel salvare vite umane. Ma il culmine si raggiunge quando qualche giornalista meno ubriaco della moda mediatica dell’uomo delle felpe gli chiede: “e allora, secondo lei, che bisogna fare ?”. Il nostro ineffabile risponde, “bisogna fermarli in mare”. Chi capisce, concretamente, cosa significa questa apodittica affermazione vince una serata alla festa della polenta nelle valli alpine con gadget del nero che affoga incluso.

Un sano razzismo…

Vieni avanti cretino

Dopo la manifestazione di Salvini a Roma essere razzisti è di moda. Io mi adeguo e mi scelgo, come Benigni in “La vita è bella”, la categoria da disprezzare: i cretini. Ma siccome sono un democratico non ne propongo lo sterminio, solo un sano ed igienico apartheid. Cretini a casa loro. E poco importa se restiamo in pochi. I razzisti, si sa, sono elitari…

L’insopportabile veleno del moralismo

moralista

Questa mattina Massimo Gramellini su “La Stampa” ha raccontato il caso di un giovane ingegnere di trentatré anni di Torino che, colpito da un tumore che gli aveva provocato l’amputazione di una gamba, aveva chiesto al suo condominio di poter istallare, a sue spese, un ascensore dal momento che il suo appartamento si trovava all’ultimo piano.

Scrive Gramellini che l’assemblea di condominio “aveva negato l’assenso. La legge consentiva a Stefano – così si chiamava il giovane ingegnere -  di procedere. Ma il dominus dell’assemblea, titolare della maggioranza dei millesimi, aveva opposto ostacoli ed eccezioni, arrivando a insinuare che il giovane volesse costruire l’ascensore con gli incentivi concessi ai disabili per aumentare il valore del suo appartamento e poi rivenderlo. Aveva preteso che Stefano sottoscrivesse un documento in cui si impegnava a rimuovere l’impianto, in caso di cessione della casa, e a utilizzarlo in esclusiva, negando le chiavi dell’ascensore a parenti e infermieri. (…) Per non perdere energie che gli servivano altrove, Stefano accantonò il progetto dell’ascensore e si trasferì nell’appartamento del cugino al pianterreno, dove una morte più misericordiosa degli uomini è venuto a prenderlo ieri mattina”.

La cosa bella è che i condomini di Stefano “erano frequentatori assidui della parrocchia. Devoti al prossimo, purché non abitasse a casa loro”.

Confesso che la storia raccontata da Gramellini, pur rattristandomi non poco, non mi ha sorpreso. Sono anni che si avvertono dovunque, nel ventre molle della società italiana, i segni drammatici di una decadenza etica, un rinchiudersi negli egoismi più ristretti e, cosa più insopportabile, mascherati sotto una abbondante patina di moralismo, il veleno ideologico di questi tempi insulsi.

Nel negare a Stefano, malato e senza una gamba, la possibilità di costruire un ascensore che ne alleviasse le sofferenze sono sicuro che il capo condominio si sentiva nel giusto, perché smascherava un possibile imbroglio, una possibile speculazione.

Era così ottenebrato dalla sua visione del mondo, tutta ristretta all’interesse particolarissimo fatto di millesimi e valori catastali da non vedere davanti a se un ragazzo malato e senza una gamba, ma solo lo specchio di se stesso. “Perché ognuno del suo cuor l’altrui misura”.

Il guaio è che il moralismo è un veleno che, ormai, pervade tutto il discorso pubblico. Ad una società che avrebbe bisogno di più solidarietà, di stringersi attorno ad obiettivi comuni e condivisi, si stanno copiosamente distribuendo le tossine di una nuova concezione del mondo, quella del “solo i fatti miei e quelli degli altri sono tutti un imbroglio”.

Certo proprio un bel mondo quello che stiamo confezionando per i nostri figli.

INTERVISTA A ENZA BRUNO BOSSIO CHE CITA, NEL FINALE, QUESTO ARTICOLO

 

Si ritiri la brochure con la faccia di Himmler

Himmler sulla brochure del Comune di Cosenza

Himmler sulla brochure del Comune di Cosenza

Premesso che non ho nessuna avversione ideologica sul fatto che Cosenza valorizzi Alarico. Magari ricordando che fu un re barbaro e piuttosto feroce, autore del primo saccheggio di Roma. Alarico fa parte della nostra storia, e va ricordato. Ma andrebbe ricordato anche che nella nostra storia ci sono tante altre cose, tanti altri personaggi anche più interessanti e soprattutto originali. Tuttavia, se si vuole proprio insistere con Alarico come si fa a mettere nella brochure destinata alla Bit di Milano la faccia di Heinrich Himmler ? Dico, chi ha scritto il testo e scelto le immagini non sa chi era il personaggio raffigurato ? O forse aveva il cervello in vacanza ? Vogliamo fare di Cosenza un luogo di ritrovo neonazista in Europa ? Se proprio si voleva essere così provinciali si poteva anche celebrare  August Von Platen, autore della celebre poesia sulla morte di Alarico Das Grab im Busento, la Tomba nel Busento, tradotta da Carducci e che studiavamo alle elementari. Almeno avremmo potuto celebrare Cosenza come luogo di ispirazione per un poeta notoriamente omossessuale, in nome della lotta contro l’omofobia. Si poteva, ma per fare questo bisognava studiare. Si ritiri quella brochure e si ripari al danno facendo attenzione la prossima volta ad affidare il marketing territoriale a qualcuno che almeno legga qualcosa su quello che vuole promuovere.

Link dell’articolo de Il Quotidiano: http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/734198/Comune-di-Cosenza–il-gerarca.html#.VOITzF6Cz39.facebook

RASSEGNA STAMPA

Il Quotidiano del 17 febbraio 2015

Il senso della misura

Mattarella sul volo di linea

Si fa un gran parlare della scelta del Capo dello Stato di recarsi a Palermo, la sua città, usando un volo di linea. Un bel gesto, intendiamoci, soprattutto perché non dovuto. Mi spiego, se Mattarella avesse scelto di andare a Palermo con un volo di Stato, come gli spetta, avrebbe fatto il suo dovere, cioè non esporre la massima carica dello Stato della settima potenza industriale del mondo a potenziali rischi. Dico ciò perché sinceramente trovo fastidiosa certa tendenza a mettere in risalto gesti che vanno invece valutati nella loro giusta dimensione. Mattarella ha valutato, insieme agli apparati di sicurezza, che recarsi a casa con il volo di Stato era una spesa che si poteva risparmiare e compatibile con le esigenze di sicurezza. Con senso delle cose e della misura. Che è ciò che davvero dovremmo chiedere non solo alla politica ma all’intera classe dirigente. Non la ricerca populista di atteggiamenti pauperistici a cui non crede più nessuno, ma un sano ed esemplare senso della misura.

Un abbraccio, Peppino Cipparrone

Giuseppe Cipparrone

Apprendo con dispiacere della morte improvvisa di Peppino Cipparrone. Profondamente radicato nella nostra “rossa” Presila è stato un bravo e stimato avvocato che ha formato tanti giovani professionisti, un amministratore onesto e serio, dirigente di partito sempre coerente con le sue idee e mai fazioso. Lascia una grande eredità di affetti. Un abbraccio Peppino, ci mancherai.

C’era una volta Mario Monti

Mario Monti

Confesso che con Monti avevo completamente sbagliato valutazione. Sarà stata la mia grande ammirazione per Giorgio Napolitano, ma sposai con favore l’idea di un Governo di emergenza nazionale affidata ad un tecnico di grande spessore internazionale.

La storia ha dimostrato che avevo torto, non tanto per la scelta di Napolitano, che era in sé giusta, ma per la persona alla quale fu affidata.

Monti si è dimostrato il classico tecnocrate, che pensa che tutto si possa risolvere in laboratorio o con ardite slides, senza comprendere che la realtà è sempre tirannamente diversa. Poi, ubriacato dalla tanto disprezzata politica (che è come quelle prostitute da tutti disprezzate ma da tutti cercate) il nostro si fece un partito, che ottenne il magnifico risultato da una parte di far perdere quel PD e quel centrosinistra che lealmente lo aveva sostenuto al Governo mentre il venditore di tappeti nazionale (alias Berlusca) abilmente si sfilava e dall’altra di regalare all’antipolitica sconclusionaria di Grillo il 26 per cento dei voti.

È una storia vecchia che si ripete. I cosiddetti moderati italiani che del senso di responsabilità della sinistra sanno fare buon uso alla bisogna e dalla quale pretendono i voti a patto di metterci loro le classi dirigenti.

Oggi Monti è un pensionato di lusso di quella politica dei partiti brutta, sporca e cattiva che tanto disprezzava. Tanto disprezzabile da abbandonare persino il partito da lui fondato e che oggi, mestamente, celebra il congresso della sua scomparsa. Così come penso sarà della Passera solitaria.

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