Falcomatà

“Basta con i candidati calati dall’alto”

Vortex news Calabria

Intervista apparsa su www.vortexnewscalabria.com il 9 luglio 2014 di Francesca Gabriele

Lui per primo è quasi sobbalzato quando il ministro Lanzetta ha chiesto le dimissioni dei consiglieri regionali e i motivi li ha spiegati in una nota e poi in questa nostra conversazione. Magorno è il segretario del Pd “non il capo di una corrente” ci ha detto ancora il dirigente democrat, Gabriele Petrone, al quale abbiamo chiesto anche della candidatura di Mario Oliverio, del silenzio di Alfredo D’Attorre e Marco Minniti e dell’ultima indiscrezione, la scesa in campo per i renziani alle regionali del ministro Maria Carmela Lanzetta.

Immaginiamo lei abbia sorriso nel leggere le esternazioni prima del suo segretario regionale, Ernesto Magorno e poi del ministro, Lanzetta. Spiega anche ai nostri lettori perché i consiglieri regionali non devono dimettersi?

Non ho sorriso. Ho pensato soltanto che alla propaganda non c’è mai limite. Ma anche la propaganda deve dire la verità. Io non dico che i consiglieri regionali non devono dimettersi, dico soltanto che sarebbe inutile e ininfluente ai fini dell’accelerazione dei tempi per andare a nuove elezioni. Il Consiglio è sciolto dal 3 giugno e resta solo per l’ordinaria amministrazione. La Presidente f.f. della Giunta Regionale dott.ssa Stasi, entro 45 giorni, cioè entro il prossimo 18 luglio, deve, sentito il Ministero dell’Interno e il Prefetto del Comune capoluogo di Regione, individuare la data per le nuove elezioni. Funziona, per analogia, come per il Parlamento, quando il Presidente della Repubblica firma il decreto di scioglimento delle Camere. I singoli parlamentari rimangono in carica fino all’elezione del nuovo parlamento. Nessuno si sognerebbe di chiedere le dimissioni dei parlamentari nel momento in cui il parlamento è sciolto e va a nuove elezioni. Ora, che queste cose le ignorino i singoli cittadini può passare. Che non lo sappiano il segretario regionale di un grande partito o un ministro della Repubblica mi pare assai difficile. Penso che abbiano voluto fare propaganda, ma la propaganda deve partire da dati reali, altrimenti si alimentano nei cittadini sentimenti ingiustificati di ostilità nei confronti non tanto dei singoli uomini politici, che sarebbe politicamente legittimo a condizione di distinguere con nettezza le responsabilità che non sono tutte uguali, ma delle intere istituzioni. E ciò non va bene, perché le istituzioni sono di tutti e vanno sempre salvaguardate in un sistema democratico.

A onor del vero, la Lanzetta parlava di rivolta morale. Si spezzerebbe qualche meccanismo “amorale” all’interno del consiglio regionale con le dimissioni dei consiglieri del Pd?

Ripeto, le dimissioni dei singoli consiglieri sarebbero semplicemente inutili, anzi, con il meccanismo delle surroghe, darebbero addirittura la possibilità a coloro che vogliono perdere tempo, di tentare di prolungare la vita ad un Consiglio ormai sciolto. La Lanzetta, se vuole accelerare i tempi per tornare alle urne sa cosa deve fare. Intervenga sul Ministro dell’Interno e sul Governo per sollecitare alla Stasi l’indizione delle nuove elezioni anche prima del 18 luglio. I calabresi devono tornare a votare al più presto. Questa è la risposta politica e morale che si attendono. Le dico di più: trovo insopportabili i toni moralistici di certa polemica che viene condotta sic et simpliciter contro tutti i consiglieri regionali. Tra questi ci sono tante persone che fanno onestamente e fino in fondo il loro dovere e altre che non sarebbero degne di far parte neanche di un consiglio di condominio. Bisogna quindi distinguere. La polemica indistinta non ci fa individuare le vere responsabilità, a cominciare da quelle che hanno avuto indubbiamente il governo Scopelliti e la sua maggioranza in questi anni.

Dall’ultima polemica, facciamo un passo indietro e andiamo all’ultima assemblea regionale. In che cosa non è stato chiaro il segretario Magorno? In cosa la sua “area” si è sentita presa in giro?

L’ultima assemblea, tenutasi dopo molti rinvii, si è conclusa con un deliberato unanime e chiaro che impegna tutto il partito e a tutti i livelli, anche quello nazionale. Primarie entro il 21 settembre per scegliere il candidato alla presidenza. Rispetto a quel deliberato non si può tornare indietro. Ernesto Magorno deve rispettare quel mandato e farsi garante delle regole. E’ il segretario del partito non il capo di una corrente.

Immaginiamo lei si sia fatto un’idea sul perché non si voglia far candidare Mario Oliverio a presidente della Regione. Al di là delle frasi di convenienza, che cosa pensa veramente di questa situazione?

Davvero non so quali possono essere le ragioni cui lei fa cenno. Io credo che se non si vuole candidare Mario Oliverio, fatto legittimo, ci sia solo un modo: scegliere un candidato da contrapporgli alle primarie e chiedere ai calabresi i voti per farlo prevalere. E’ la democrazia…altre strade fatte di camarille, polpette avvelenate, inciuci, sarebbero sbagliate e ci farebbero solo perdere le elezioni.

Oliverio, potrebbe fare un passo indietro per il bene dell’unità, della Calabria e del partito. O no?

Perché dovrebbe ? Le primarie servono proprio a selezionare candidature e a riportare tutto all’unità dopo. Qualcuno ha chiesto a Battaglia o a Falcomatà, due esponenti del PD di primo piano di Reggio Calabria, di fare un passo indietro per presentarsi alle primarie con un solo candidato del partito in nome dell’unità ? A Reggio Calabria si sono fatte le primarie (con oltre 15mila partecipanti al voto) e i primi due più votati sono stati proprio i due esponenti del PD che già oggi sono insieme nella campagna elettorale per la conquista del Comune. Perché quello che è stato fatto a  Reggio Calabria non può essere fatto a livello regionale ?

Pensa che non dico D’Attorre, l’ex  commissario del Pd calabrese, ma Marco Minniti, abbia tradito Oliverio che proprio nei giorni scorsi ha detto: “Io non mi sono autocandidato, perché la mia scesa in campo mi è stata chiesta da D’Attorre e Minniti, più di un anno fa”.

E’ una domanda alla quale non posso rispondere, dovrebbe rivolgerla agli interessati. Io posso solo dire, in termini assai generali, che in politica cambiare idea è legittimo, purché se ne spieghino sempre bene e pubblicamente le ragioni.

Come se ne uscirà da questa situazione? Si troverà un accordo?

Si, con e dopo le primarie.

Se le dico che a Roma stanno contrattando sul nome della Lanzetta, cosa mi risponde?

Bene. Tutti i nomi vanno bene. L’importante è che si sottopongano alle primarie. Basta con i candidati calati dall’alto. I calabresi scelgano da chi vogliono essere governati.

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