800 notabilare

Sistema elettorale delle province vera aberrazione

Provincia di Cosenza

Leggo molti commenti preoccupati e polemici sulla elezione di un esponente di centrodestra alla Provincia di Cosenza.

Al netto del tentativo, peraltro maldestro, di farne l’ennesima occasione di polemica interna al PD (come se non ce ne fossero abbastanza) e su quella che è spesso mitologia dell’inciucio, il sistema elettorale è congegnato in maniera tale che ad essere decisivi sono i governi delle città più grandi. Piaccia o non piaccia, il Centrosinistra in Provincia di Cosenza governa solo a Cassano Ionio (Castrovillari si è sciolta qualche mese fa). Ci si deve convincere, quindi, che era assai difficile spuntarla.
Allo stesso tempo è del tutto evidente che se a votare domenica scorsa fossero stati non i consiglieri comunali ma il popolo sovrano, Mario Occhiuto non solo non sarebbe stato eletto ma neppure si sarebbe candidato. E se si fosse candidato comunque, avrebbe perso le elezioni anche nella città in cui fa il sindaco, potete scommetterci 100 euro contro un fagiolo.

I dottor Stranamore che a Roma hanno messo a punto questo aberrante sistema di elezione del Presidente e del Consiglio Provinciale con la scusa del risparmio di qualche indennità e gettone di presenza cavalcando l’antipolitica cieca e trinariciuta che in questi anni è stata data in pasto a piene mani all’opinione pubblica, sono riusciti nel loro vero intento: privare i cittadini del diritto di eleggere i propri rappresentanti e quindi di esercitare il loro controllo democratico su un ente di gestione che, altra mistificazione mediatica, non è stato affatto abolito, anzi, continuerà a gestire settori importanti come la viabilità e l’edilizia scolastica.

Grazie a questa schifezza di riforma le province, semplicemente, come avveniva nell’800 notabilare, le gestiranno, senza vincolo di mandato e fuori da ogni controllo diretto o indiretto della cittadinanza, un gruppo di amministratori locali eletti nei loro comuni e su altre opzioni politiche e programmatiche.
Dell’aberrazione di questa legge come di altre che restringono gli spazi di democrazia in nome delle crociate anticasta, e che denuncio da tempo, io sono indignato. E mi piacerebbe fossero indignati i tanti o distratti o in malafede corifei del “nuovismo antipolitico” che ormai albergano anche nella nostra parte politica. Ma so che rimarrò deluso.

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