Basta morti nel nostro mare

Tragedia in mare

Si parla di un barcone rovesciato con 700 uomini donne e bambini a bordo nel Canale di Sicilia. Pare che se ne siano salvati solo 28.

Un’altra ecatombe sotto gli occhi di una Europa pronta a farci la morale ma che ci lascia soli a fronteggiare l’emergenza, a contare i morti e ad accogliere i sopravvissuti. Atteggiamento ancora più colpevole, per la sua ipocrisia, dei demagoghi nostrani e continentali che, urlando contro l’immigrazione e cavalcando gli umori egoistici della pancia della società, in realtà propugnano la linea del “lasciateli annegare e chissenefrega”. Ma in una società democratica o semplicemente umana (o cristiana, per chi stamattina va a battersi il petto nella messa della domenica salvo poi urlare contro i neri gli altri giorni della settimana), girare la testa dall’altra parte non è possibile.

Perché prima o poi il barcone che si rovescia sarà quello dove abbiamo poggiato le nostre grasse chiappe….e non ditemi che questo è buonismo, non fatemi il ragionamento del “non possiamo accogliere tutti” perché stamattina non sono buono, non sono disponibile al ragionamento. Permettetemi stamattina, di essere solo incazzato e di brutto. Nella migliore delle ipotesi vi manderei a quel paese. Perché se una persona, fosse anche una sola, rischiasse di morire davanti ai miei occhi il mio dovere sarebbe semplicemente di aiutarla. È questa la vera differenza tra un razzista e chi invece si pone il problema di un mondo in cui, volente o nolente, dobbiamo viverci tutti…buona domenica.

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