Cosenza

90 milioni di euro per il Centro Storico di Cosenza

Centro Storico Cosenza
90 milioni di euro per il Centro Storico di Cosenza. Non è una promessa elettorale ma la pura e semplice realtà, frutto del lavoro svolto dai parlamentari PD e da Enza Bruno Bossio con la loro interpellanza di due anni fa e di quello della Giunta regionale guidata da Mario Oliverio. Noi del PD siamo fatti così, facciamo quello che diciamo. Siamo Governo anche quando siamo opposizione in una città. Perché per noi vengono prima i cittadini e la città. Perché per noi la politica non è fatta né di promesse né di fake news. Ora l’Amministrazione comunale non ha più scuse per non intervenire nel cuore culturale di Cosenza. Ci sono i fondi, ci vogliono idee e progetti. Nelle prossime settimane incalzeremo Sindaco e Giunta per questa che è un’occasione che assolutamente non può andare sprecata.

Né trasformismo né strabismo

Gli specchi deformanti

Chi scrive in passato ha avuto momenti di fortissima polemica con Giacomo Mancini finiti persino in Tribunale.

Mancini mi citò in sede civile quando era deputato ed io ero, come sono adesso, un semplice dirigente dei DS, sentendosi diffamato da un mio intervento sulla stampa.
La cosa finì con il mio pieno proscioglimento ma devo dire che la vissi piuttosto male, come un vero e proprio tentativo di intimidazione, visto che sempre ho condotto le mie polemiche politiche nel massimo rispetto delle persone.

Ci siamo ritrovati con Giacomo nel settembre del 2015, alla vigilia delle elezioni per il comune di Cosenza, in una iniziativa da lui organizzata nel cuore del Centro storico di Cosenza, a Largo Vergini, un luogo altamente simbolico per storia della sinistra cosentina. Mancini, lasciato il centrodestra si impegnò a costruire una lista a sostegno del candidato del PD a sindaco di Cosenza Carlo Guccione.

Non mi pare che all’epoca siano stati molti ad avere qualcosa da dire per la presenza di Mancini nella coalizione di centrosinistra, ma può essere che fossi distratto.

Oggi Giacomo è candidato, espressione di una delle liste che sostengono la coalizione di centrosinistra in Italia nel collegio di Cosenza, un collegio certamente non sicuro.
Avrebbe potuto starsene a casa, magari aiutare Orsomarso sottobanco per subentrargli come consigliere regionale.

Ha scelto invece di mettersi in gioco per affermare nettamente il carattere strategico della sua scelta di campo. E riportare la storia dei Mancini nella sua collocazione naturale, a sinistra.
Dopo gli errori del passato un atto di coraggio, che sarebbe da apprezzare. Ed io lo apprezzo, da uomo da sempre di sinistra. Tutti possono sbagliare: l’importante è assumersene le responsabilità. Giacomo lo ha fatto.

Pertanto gli lascerei fare la sua campagna elettorale in pace, con la sua faccia e la sua storia. E magari parlare di altri atti di vera incoerenza, come quella di un sottosegretario in carica del governo Gentiloni che candida suo figlio nelle liste di Forza Italia. Non dopo anni o in un’altra elezione, ma ora, in queste elezioni.

Perché, in politica, una cosa altrettanto insopportabile del trasformismo è lo strabismo.

La C News 24

Con Enza Bruno Bossio la #passionedellaragione

Con Enza

Con Enza Bruno Bossio in questa campagna elettorale con la #passionedellaragione. Enza è stata la parlamentare più presente in questi cinque anni. Non c’è stata questione di cui non si è occupata né comune dove è stata chiamata dove non sia andata. E spesso anche io con lei. Perché, al netto delle posizioni politiche di ciascuno, bisogna amare la propria terra per poterla servire. Ed Enza è fatta così, sempre in prima linea con amore e passione per quello che fa. Ve lo dice uno che la conosce bene e le vuole bene, da sempre. In bocca al lupo, amica mia…

Le rose senza pane

Un asilo nidoPonte di Calatrava

Ci sono due notizie oggi sui giornali: l’inaugurazione del ponte di Calatrava e il taglio dei posti disponibili negli asili nido della città. È l’emblema stesso di questa amministrazione: grandi opere, peraltro concepite da altri e servizi zero. Per cultura non sono contro le grandi opere. Soprattutto quando le loro radici risalgono ai tempi in cui si progettavano grandi opere e si garantivano i servizi. Ma è qui la differenza tra buone e cattive amministrazioni. Perché il buon governo garantisce sia il pane che le rose.

Un ricordo di mio nonno Alfio (di Francesco Petrone, mio fratello)

500 lire

Mio nonno materno, Alfio, da Paternò, pur trapiantato a Cosangeles poco meno che trentino (come direbbe Camilleri) conservava questa abitudine di “dare i morti”, come diceva lui a noi nipoti. Ricordo che, bambini, ci metteva in fila e ci regalava una banconota (la ricordate?) da 500 lire ciascuno, che era allora per noi un piccolo tesoro.

Ci si poteva comprare un albo di Topolino, le figurine per l’album dei calciatori o di goldrake e spararne il resto da Ciccio.

Questi era un ambulante, già vecchissimo allora per noi bambini che trasportava a mano (da davanti alla scuola ai giardinetti nei giorni feriali, al piazzale della chiesa alla domenica) un enorme carretto letteralmente ricoperto di ogni cosa potesse attrarre i bambini: da giocattoli di ogni tipo a caramelle e gomme da masticare, sino alle radici di liquirizia da succhiare, e soprattutto le “bombette”.

Erano dei minuscoli petardi a forma di candelotti di dinamite, di carta colorata muniti di miccia con all’interno un piccolo quantitativo di polvere pirica. Si potevano così usare da soli o a gruppi legati insieme con il filo per cucire, per “minare” tutto ciò che piacesse.

Con il resto del Topolino dunque si potevano comprare da Ciccio due gomme a forma di sigaretta, qualche decina di bombette e magari rischiare di vincere qualche altro giocattolo a quella che lui chiamava “a pisca” (ovvero la pesca), estraendo a caso dopo averne comprato il diritto per 50 lire, uno dei rotolini di carta a forma di mini papiro che in numero di alcune decine teneva infissi in una tavoletta di legno con tanti buchi. Dentro potevi leggere se avevi vinto e cosa.

Albi di Topolinohttp://www.dreamstime.com/stock-photo-image33398850

 

Non dimenticare le vittime del rogo di Corso Telesio

Messa per le vittime del rogo di Corso Telesio

Questa sera ho ascoltato l’omelia di Mons. Nolè in suffragio delle tre vittime del rogo di corso Telesio. Devo dire, da laico, che il Vescovo ha saputo trovare le parole giuste su quella che rappresenta una delle più terribili tragedie della recente storia di Cosenza. Un richiamo alla responsabilità collettiva verso il grande pianeta del disagio sociale e non solo in questa città. Un richiamo ad essere comunità affinché nel futuro non si debbano piangere altri morti. Per quanto mi riguarda aggiungo soltanto che non dimenticare quanto è accaduto in quel drammatico pomeriggio del 18 agosto e sostenere chi è chiamato ad accertare responsabilità dirette e indirette devono costituire il primo dovere di ogni cittadino di questa comunità.

Centro Storico: Il Sindaco la smetta con le pantomine

Crolli nel Centro storico di Cosenza

Crolli nel Centro storico di Cosenza

Documento dei Segretari di Circolo del PD di Cosenza, del Gruppo Consiliare PD e del Comitato PD sul PSC di Cosenza.

Se il Sindaco di Cosenza non ci avesse già abituato a certa megalomania sarebbe davvero incredibile.

La lettera che Mario Occhiuto ha indirizzato al Ministro Dario Franceschini, sostanzialmente, chiede ad un Ministro della Repubblica una deroga alle leggi della Repubblica ! Come se un Ministro potesse essere al di sopra della legge.

La tutela dei beni storici, architettonici e ambientali, lo ricordiamo, è infatti regolata dalla legge, così come la gestione delle emergenze e  la difesa dell’incolumità dei cittadini.

Un Sindaco che ha ormai compiuto il suo sesto anno di amministrazione dovrebbe saperlo e, soprattutto, dovrebbe avere chiare le sue responsabilità rispetto a ciò che nel Centro Storico non è stato fatto e che è la causa diretta dell’aggravamento strutturale degli ultimi anni.

I crolli sono anche il frutto della rinuncia alla manutenzione ordinaria e straordinaria, del disinteresse e dell’abbandono di ogni idea e prospettiva strategica da parte dell’amministrazione comunale. È nota a tutti la perdita dei finanziamenti destinati specificamente ai centri storici dove Cosenza è stata superata da città con emergenze molto meno evidenti ! Continua a leggere

Una persona degna di essere ricordata…

Ernesto D'Ippolito

Ho conosciuto l’avv. Ernesto D’Ippolito attraverso mio fratello Massimo, che ne è stato allievo nella nobile professione forense. Persona di straordinaria cultura era un piacere conversare con lui. Era profondamente anticomunista ma non ideologico, da buon liberale. Con me si prendeva il gusto di “sfottermi”. Quando mi lamentavo con lui sulla debolezza del “garantismo” nella sinistra amava punzecchiarmi: “Perché nonostante tutte le vostre svolte voi comunisti, sui temi della giustizia, non siete mai stati laici. Anzi non solo sulla giustizia, siete rimasti una Chiesa”.

Per molti aspetti aveva ragione. Di certo si sentirà la sua mancanza in una città come Cosenza che, negli ultimi anni, si è sempre più impoverita e involgarita culturalmente. Anche per questo non possiamo non ricordarlo…

Don Saverio Spadafora, il prete…

Don Saverio Spadafora

Per molti di noi, cresciuti nel quartiere grande di Santa Teresa a Cosenza, Don Saverio non è stato solo un prete, ma il prete.

Burbero e affettuoso insieme, parroco e insegnante di religione, lo ricordo con la veste, quella abbottonata fino ai piedi e il suo sorriso unito ad un vocione profondo e severo.
Sì perché don Saverio era un prete vero, di quelli alla Don Camillo, pastore di anime e guida di giovani.
Chi si rapportava con lui aveva sempre e comunque la certezza di trovarsi di fronte ad una persona autentica.
È stato il prete del mio catechismo e della mia prima comunione e poi del battesimo, della comunione e della cresima dei miei figli.

Lo avevo ritrovato proprio quando ero tornato nel quartiere dopo sposato. Sapeva che ero diventato comunista seguendo poi tutta la trafila dei vari partiti di sinistra e mi fece tante garbate e affettuose domande.
Sapevo che non l’aveva mai pensata come me ma mi rispettava come aveva rispettato mille altri prima di me.

Tutti, comunque, siamo passati dalla sua chiesa, dal suo oratorio, dal suo campetto di calcio.
Non riesco a non pensare a lui quando rifletto sulla funzione sociale della Chiesa e sul grande ruolo che ha sempre svolto in Italia.

Per questo mancherai a tutti, caro Don Saverio.

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