Costume

La pedagogia per il recupero dei webeti

Webeti

Scusate se insisto, non sono diventato all’improvviso un bacchettone moralista o un moderato doroteo. Sono, invece, profondamente convinto che tutte le persone che non hanno mandato il cervello all’ammasso devono condividere una battaglia pedagogica contro il webetismo, contro coloro cioè che usano i social come sfogatoio di impulsi irrazionali e non come luogo bello, largo, democratico di confronto di idee e posizioni. L’ideologia del bar dello sport c’è sempre stata ma in passato i corpi intermedi (partiti, sindacati, associazionismo, ecc.) svolgevano un efficace ruolo di filtro contro atteggiamenti e situazioni che, se lasciate sole a svilupparsi, alimentavano rabbia e rancore sociale senza sbocchi democratici e di avanzamento reale delle istanze popolari. Ecco perché tutti, pur conservando con determinazione le nostre posizioni politiche e culturali, dobbiamo lavorare perché il dibattito pubblico non degeneri. Quando ciò è accaduto storicamente abbiamo poi dovuto faticosamente raccogliere i cocci. Molto devono fare le classi dirigenti, non c’è dubbio, ma se cominciamo noi non è male.

L’algoritmo “Scarrelli ? Ti banno…”

Algoritmo

Sarebbe bello se esistesse un programmino con un algoritmo tipo “Scarrelli? Ti banno” con il quale eliminare inesorabilmente i commenti su Facebook che contengono parole tipo: “zoccola, cornuto, troia, stronzo” e tutti gli insulti conosciuti anche nelle loro versioni dialettali. Stesso dicasi per video, foto e disegnini di dubbio gusto. E magari anche per censire e calmierare i commenti scunchiudenti e fuori tema ma lì la vedo più dura. Insomma sarebbe bello un programma che regoli la buona educazione. Che, però, non dovrebbe avere bisogno di algoritmi per essere applicata…

Burkini

Burkini

Parto dal presupposto che ognuno, in una società democratica, si può vestire come gli pare. Se una donna si mette addosso uno scafandro per andare al mare solo per seguire precetti religiosi integralisti o le pruderie di mariti insicuri deve essere libera di farlo. Magari, sentendo il caldo, si convincerà che oltre ad essere una gran seccatura, il Burkini è solo una grande cretinata anche un tantino ridicola. E si sa che le ideologie e gli integralismi crollano quando cominciano a far ridere.

Burkini vignetta Giannelli

L’insostenibile cultura dell’anti…

NO

Viviamo un’epoca per certi aspetti assurda.

Vittorino Andreoli qualche tempo fa la definiva l’epoca dell’uomo pulsionale che ha completamente soppiantato l’uomo moderno figlio della cultura occidentale.

L’identità ha cessato di essere frutto della sedimentazione di culture e si caratterizza come frutto di pulsioni irrazionali, come elemento che scaturisce dalla contrapposizione ad un nemico reale o immaginario che sia.

Nessuno ne è immune, basta guardarsi intorno.

Tutti ce l’hanno con qualcuno o qualcosa, pochi si interrogano su se stessi. Continua a leggere

Goodbye Alì…

Ali In Training

Sei stato grande, sei stato nobile, sei stato leale sul ring e fuori.

E quando è venuto il momento di scegliere tra i tuoi ideali e le tue convenienze non hai avuto esitazione a scegliere i primi. Per poi tornare, più grande e forte di prima quando nessuno scommetteva nulla su di te. Mi ricordo bambino vedere i tuo incontri con mio padre sulla TV in bianco e nero, ricordo la tua forza straordinaria, il tuo coraggio e il tuo cuore generoso. Rivedendo il film a te dedicato con mio figlio mi è venuto facile indicarti come esempio.

Oggi il mondo piange un uomo che ha reso vera la parola “campione”. Goodbye Alì…

Avvelenatori/trici di pozzi che portano sfiga

Bottiglia di veleno

Puntuali come il dolore dei calli quando cambia il tempo ad ogni campagna elettorale fanno la loro comparsa gli avvelenatori e le avvelenatrici di pozzi. Sempre gli stessi e le stesse, con gli stessi metodi cominciano a lavorare per propagare maldicenze, cattiverie e vere e proprie calunnie su chi ritengono il loro nemico politico. Per loro tutto si riduce a pettegolezzo lubrico, a fantasia da spogliatoio, a barzelletta da trivio o da caserma. Privi di argomenti politici o di semplice buon senso preferiscono percorrere la strada della maligna insinuazione pensando di poter far dimenticare la propria storia e i danni prodotti agli altri ed anche a se stessi. Li conoscono tutti e tutti li scansano, non fosse altro per la ragione che, a coloro ai quali si avvicinano, con statistica certezza, fanno perdere le elezioni.

Il diritto all’amore

L'amore non  conosce limiti

Cominciò tre secoli fa il cammino lungo e faticoso dei diritti e della tolleranza. Gli illuministi (e prima ancora gli esponenti della rivoluzione scientifica del ’600) raccolsero i resti e le rovine lasciate da quasi duecento anni di persecuzioni e guerre di religione e dissero: adesso basta !!! L’uomo ha diritto ad adorare Dio come vuole, pensarla come vuole e a comportarsi di conseguenza, purché rispetti la legge, la legge che nasce dal diritto naturale e dalla volontà dei popoli. Ci sono volute rivoluzioni, guerre e tanta violenza ma la libertà è oggi un valore riconosciuto. Solo pochi osano negarlo: i nostalgici di un mondo perduto che vedono nella riedizione di un Islam medievale la possibilità di trovare un senso alla loro esistenza e resistenza ad un modo occidentale che comunque li ha già ingoiati. O i loro omologhi occidentali che, con diverse gradazioni pensano alla riedizione di improbabili crociate ed all’innalzamento di nuovi muri. Entrambi sono destinati alla sconfitta perché credono di bloccare un presente ed un futuro che è già dentro di loro. Chi oggi in Italia crede che sia possibile bloccare il riconoscimento del diritto all’amore assomiglia a quel folle che credeva di potere riportare indietro il tempo semplicemente spostando le lancette dell’orologio. Ma il tempo, al di fuori di casa sua, continuava a scorrere come prima.

Buon 2016…

2016

Probabilmente l’anno che verrà non sarà né migliore né peggiore di quello che si chiude. Forse sarà peggiore come scrivono da stamattina quelli che si sforzano di fare gli ironici, i cinici, i sempre critici o gli originali sul Capodanno. A tutti questi però una cosa vorrei dirla: chi siete voi per cercare di toglierci anche la speranza che le cose possano andare meglio ? E allora che le pernacchie vi sommergano e buon 2016 alla faccia vostra…

Che cosa sono le nuvole

Che cosa sono le nuvole. Scena.

Che cosa sono le nuvole. Scena.

 

In ricordo di Pier Paolo Pasolini

Ho pensato, come tanti, a scrivere qualcosa sui quarant’anni della morte di Pasolini…tutto mi sembrava però poco, riduttivo. Ed allora ecco la scena finale di uno dei suoi film, forse tra i meno noti, “Che cosa sono le nuvole” con un cast straordinario (Totò, Ciccio e Franco, Ninetto Davoli, ecc.) e questo cameo del giovane Modugno che interpreta un operaio della nettezza urbana che raccoglie i resti di due burattini che hanno appena interpretato Otello e Iago e sono stati distrutti dalla furia degli spettatori immedesimatisi nella vicenda della tragedia di Shakespeare. È un film bellissimo che si interroga sulla tradizionale contrapposizione tra realtà e rappresentazione e si chiude con un atto d’amore.

Le parole di Totò-burattino-Iago che, guardando le nuvole vere esclama: “Ah, meravigliosa e straziante bellezza del creato”. Ve lo dedico, amici miei, in ricordo di uno dei più straordinari artisti ed intellettuali del nostro tempo…

Scena finale di: Cosa sono le nuvole

L’ideologia del rancore e dell’invidia sociale

Rancore

Pubblicato su “Il Garantista” del 26 ottobre 2015

Ma ci siamo chiesti perché, nonostante da più di vent’anni in Italia il discorso pubblico sia “fissato” sulle coordinate della “moralizzazione” ogni giorno le cronache ci consegnano un quadro desolante di corruzione (vera o presunta) e di comportamenti non etici che investono non soltanto i potenti, politici e “colletti bianchi”, ma anche larghe fasce della società, dagli impiegati che imbrogliano con il cartellino ai falsi invalidi che prendono pensioni come ciechi e poi vengono sorpresi a guidare la macchina.

Insomma, nonostante i Travaglio, i Santoro, i talk show, i giornali di successo e le ondate continue di indignazione on line, la corruzione non solo non diminuisce ma addirittura si ha la sensazione che aumenti giorno dopo giorno, con episodi che ne dimostrano praticamente il carattere di massa.

A mio parere non è soltanto un problema di dissociazione tra comportamento pubblico e comportamento privato (la doppia morale gesuitica è sempre stata di casa dalle nostre latitudini) che pure porta gli impiegati arrestati di Sanremo ad esprimere sulle loro bacheche social il massimo della indignazione contro la “casta politica corrotta” e contemporaneamente truffare lo Stato rubando sul tempo e gli straordinari. Continua a leggere

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