Costume

90 anni di mio padre, Umberto Petrone, mastru Umberto…

Compleanno di papà, 90 anni

Compleanno di papà, 90 anni

È difficile trovare parole per esprimere la felicità che prende dentro il cuore in questo momento. Siamo qui grati perché non saremmo se tu e mamma non ci foste stati, sempre e comunque. E anche i tuoi nipoti. E non è solo gratitudine ma ammirazione per una intera generazione che ha letteralmente fatto l’Italia degli ultimi 70 anni.  Auguri papà…

Falsi come una moneta di tre euro…

Falsa moneta di tre euro

Falsa moneta di tre euro

Riflettevo tra me e me su quante persone false come una moneta di tre euro conosco…mentono cercando di convincerti che sono sinceri e trasparenti, i veri difensori dell’etica…Che le pernacchie li sommergano…

51 anni di mio fratello Francesco…

51 anni di mio fratello Francesco Petrone51 anni di mio fratello Francesco Petrone 2

51 anni di mio fratello Francesco Petrone. Sullo sfondo due “ragazzi”, mio padre Umberto e mia madre Barbara…

E’ morto un grande attore, Flavio Bucci

Flavio Bucci

“E voi, massa di pecoroni invigliacchiti, sempre pronti a inginocchiarvi, a chinare la testa davanti ai potenti! Adesso inginocchiatevi, e chinate la testa davanti a uno che la testa non l’ha chinata mai, se non davanti a questo strummolo qua [la ghigliottina]! Inginocchiatevi, forza! E fatevi il segno della croce! E ricordatevi che pure Nostro Signore Gesù Cristo è morto da infame, sul patibolo, che è diventato poi il simbolo della redenzione! Inginocchiatevi, tutti quanti! E segnatevi, avanti! E adesso pure io posso perdonare a chi mi ha fatto male. In primis, al Papa, che si crede il padrone del Cielo. In secundis, a Napulione, che si crede il padrone della Terra. E per ultimo al boia, qua, che si crede il padrone della Morte. Ma soprattutto, posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo! E adesso, boia, mandami pure all’altro mondo, da quel Dio Onnipotente, Lui sì padrone del Cielo e della Terra, al quale – al posto dell’altra guancia – io porgo… tutta la capoccia!”.
Il discorso di Don Bastiano al popolo prima della sua esecuzione, in “Il Marchese Del Grillo” del grande Mario Monicelli e uno straordinario Alberto Sordi.

In memoria del Cugino, oste e militante politico indimenticabile…

Natale Barone, il Cugino di Dipignano

Natale Barone detto il Cugino, oste e militante politico indimenticabile di Dipignano

Si è spento stanotte Natale Barone, da tutti conosciuto come il Cugino. Da più di quarant’anni la sua osteria a Dipignano è stata il crocevia di compagni, militanti oltre che di tantissimi amici. Locale da cui sono passati dirigenti politici, ministri, presidenti, intellettuali, uomini di spettacolo. Ma l’osteria del “Cugino” è stata anche luogo di discussione politica oltre che di semplice godimento gastronomico. Natale non è stato soltanto un oste ma un “quadro politico”. Le sue analisi erano sempre acute e mai banali. Era un uomo di parte che tutti rispettavano anche quando non erano d’accordo con lui. Un uomo moderno che univa alla militanza politica il gusto antico e tutto calabrese dell’ospitalità. Un bicchiere di vino e una delle sue mitiche polpette appianavano ogni divergenza, aprivano praterie di condivisione…Era un mio amico e nel suo locale ho vissuto momenti bellissimi. Anche negli ultimi tempi, quando il locale era ormai affidato alle cure del suo figliolo Cesare Barone, non mancava di venire e parlare di politica e del sol dell’avvenire. Ti abbraccio Natale…mi mancherai come mancherai a tutti. Un abbraccio alla tua splendida famiglia, che saprà portare avanti il ricordo del tuo nome…

Un asino non può travestirsi da cavallo

Asino che raglia

C’era una volta un asino geloso che volle farsi cavallo. Si mise addosso i paramenti del cavallo, si fece crescere la criniera, insomma si travestì. Un giorno, però, volle andare ad un raduno di cavalli di razza e, appena aprì bocca invece di un nitrito gli uscì fuori un sonoro raglio. E chi l’ha voluta capire l’ha capita.

La forza devastante del pregiudizio

 

L'ufficiale e la spia

Una scena del film “L’ufficiale e la spia” di Roman Polanski

Splendido il film di Roman Polanski dedicato al caso Dreyfus che spaccò la Francia a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Costumi e scenografie storicamente ineccepibili e un ritmo incalzante e coinvolgente. Un capolavoro. Il film ci parla di qualcosa che avvelena il mondo ancora oggi, il veleno del pregiudizio e i suoi effetti devastanti quando questo diventa strumento del potere e della manipolazione mediatica. Il caso Dreyfus divise una Francia ossessionata dall’antigermanesimo e dall’antisemitismo dopo la sconfitta di Sedan. Dreyfus è risucchiato in un meccanismo incontrollabile nutrito da razzismo e teorie complottiste. Eppure, alla fine, nonostante tutto, vinse la giustizia che si nutre di un valore essenziale: l’onestà intellettuale. Per questo dobbiamo continuare a a definirci “dreyfusardi” e a non rinunciare mai a guardare alla verità oltre le apparenze.

Dell’amicizia

Tradimento dell'amicizia

Tra le cose che considero fortunate c’è quella di avere avuto, nella miriade di frequentazioni che ho coltivato nella mia vita, alcune solide amicizie.
Non mi sono però mai illuso che quando tra due amici viene a cessare la condivisione di visioni comuni l’amicizia possa continuare. Può però permanere la stima delle persone, quella basata sul rispetto soprattutto di quello che si è stati, di quello in cui si è creduto e per cui si è lottato insieme.
Le uniche volte (poche, per fortuna) nelle quali ho davvero rotto con una persona che consideravo amica è stata quando ho percepito la rottura con ciò che ci aveva unito in passato, il suo rinnegamento. Non riesco a non pensare, in quel caso, di trovarmi di fronte ad una grande ipocrisia.
Le idee possono evolvere ma non si potrà mai sostenere oggi il contrario di ciò che si sosteneva ieri, perché o si mentiva allora o si mente adesso. Perché nessun bisogno, nessun risentimento per quanto giustificato possa essere può portare al tradimento di se stessi.

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